Chiamiamo con il suo vero nome chi, senza pudore, governa i desideri immediati di parte non piccola di questo paese: Dulcamara.
DULCAMARA Io son ricco, e tu sei bella, io ducati, e vezzi hai tu: perché a me sarai rubella? Nina mia! Che vuoi di più?
ADINA Quale onore! Un senatore me d’amore supplicar! Ma, modesta gondoliera, un par mio mi vo’ sposar.
DULCAMARA Idol mio, non più rigor. Fa felice un senator.
ADINA Eccellenza! Troppo onor; io non merto un senator.
DULCAMARA Adorata barcarola, prendi l’oro e lascia amor. Lieto è questo, e lieve vola; pesa quello, e resta ognor.
Conosco bene la musica ma ti chiedo conosci un paese dove lo spartito è diverso? Voglio dire che non sia una
“cover”?
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I paesi anglosassoni, attenti alla forma e alla decenza pubblica. Poi il privato quando diviene politico fa uscire dalla politica se contravviene alle regole della forma
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