Anime che cadono in vortici a spirale,
tardive foglie,
pacciamatura di vita,
ed il vento affila le sue armi,
spiana il prato, percuote, insinua.
Ironia nell’amore, che racconta di trame intessute d’aghi di pino,
mentre il vento leviga intonaci di fortilizi pieni di vuoto:
s’è aperta una porta, ha sbattuto una finestra,
ma gli ansimi, perdio, quelli sembravano…
Nel vicolo una bottiglia di plastica corre giocosa,
con rumori secchi tra gli stretti muri,
è solo vento che pulisce l’aria,
rimette ordine, sparpaglia carte di supermercati, foglie nascoste,
e porta pezzi di note, si lascia derubare
di sguardi, di svolazzar di gonne e di cappotti.
Dentro al bar, guardo oltre la vetrina.
Aspetto,
mi parlano, e sento le parole che escono
via nel vento,
senza traccia.