Vedo la lista dei miei vecchi post riletti. A parte torta margherita, evidentemente un hit del genere, adesso è riemerso baccalà mantecato. Curioso, lo consideravo di nicchia e locale, e per pochi intimi. Non c’è attenzione per la barbagliata. Forse cosa da gourmet d’altri tempi. Peccato, non sanno cosa si perdono.Chissà se invece funzionerebbe lo zabajone ovvero el zavaion, altro reperto della mia infanzia, autentico pezzo di cultura veneta ed inizializzazione all’alcool. Mah, comunque sia, il mangereccio prende. Anche tacco 6 o tacco 8 non demorde nell’attenzione, come pure l’amante perfetta 3 (chissà perchè solo la terza puntata). Segno che l’allusivo tocca attese, che purtroppo andranno deluse. Mio padre è morto a 18 anni conosce impennate in relazione alla situazione politica, ma è un post di copia, senza alcun merito da parte mia, è il testo recitato da Proietti che fa tutto. Anche prato ha un’attenzione francamente inspiegabile, credo sia una ricerca da giardinieri in “erba”. Per l’appunto. Il pullular resto di parole affonda, riemerge, riaffonda come foglia nel torrente. Le cose a me più care sono passate senza lasciar traccia, e non può essere altrimenti, perché troppo personali e strane. Resta la curiosità se i titoli valgano più dei testi oppure se parlar del coniglio come lo fa la mia mamma ed indegnamente ripeto, sia più importante di ciò che penso. Se fosse questo il genere, anche la caponatina a modo mio non è male, soprattutto è leggera perché non è fritta, ma che fare? Non è pensiero politico e neppure sentimento brado, tantomeno riflessione sul vivere. Forse trasformandola in narrazione, come si usa oggi per sentirsi raccontare come si è, potrebbe assurgere a genere. Chessò, un coniglio di lotta e di governo, la caponatina come prefigurazione dell’orgia vitale, la polenta simbolo del potere. Il filone personalpoliticulinario può diventare un divertissement da esplorare.
Vedremo. Il non prendersi sul serio, è così bello che, trovarlo dentro, lo considero un regalo. Ed il sorriso conseguente è liberatorio.
p.s. io suono da solo, ma ascolto il pubblico 🙂

SPESSO,
molto spesso si suona solo per se stessi.Ma è lì che,forse,troviamo la nostra parte più vera e,non importa se la lacrima cade.Il sipario è alzato ma solo per noi.
Continuo a leggerti e gusto anche se non sempre comprendo.Ci si disseta,comunque, quando la fonte che si “vede” è al suo mezzogiorno o la luna incontrastata falce nell’azzurro più fondo del cielo
Auguri per un sereno Natale.Mirka
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grazie Mirka, auguri a te di giorni sereni e di buona musica tra gli affetti. Si scrive per capire di più, basta avere pazienza 🙂
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Beh, però la caponatina a modo tuo la fai veramente bene.
Successo meritato.
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grazie Rob troppo buono, in realtà era il piacere di essere assieme 🙂
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