Ognuno di noi contiene la propria malattia. Ne ha sensibilità, ma la mette in disparte, la maschera di necessità.
Scrivo di marginalità, penso cose strane e futili, uso quello che conosco per indagare con lo sguardo a lato. Mi interessa vedere intorno dopo aver guardato negli occhi, perché lì trovo pezzi di me.
Conoscere la propria malattia significa averne intera la paura, vedere che l’indifferenza è appena dietro l’angolo pronta ad azzannare.
Curare la propria malattia, significa capirla e temere il cinismo che non fornisce interessi veri. Solo le passioni sono a lato del cinismo, agiscono con chimica strana che combina occasioni e sentire. E se quasi mai si completano negli enunciati che le avevano generate, forniscono, comunque, la materia del vivere.
Scrivo spesso di cazzate e mi occupo di cose vere, mi saturo di realtà ogni giorno, al contrario di quando si parlava molto e si faceva poco o nulla e si viveva altrove. A lato. Allora restava quel vuoto, quell’inanità che genera la percezione della propria insufficienza colpevole.
Anche adesso.
Così la mia indignazione diventa passione e si scatena appena fuori della banalità di ciò che questo paese è diventato.
Ognuno è soggetto felice delle proprie passioni.
Per età potrei dire che non è più compito mio, che non m’interessa più. Ma in fondo la terza metà della vita, non è destinata a fare ciò che non si poteva fare prima, quello che non si è fatto è definitivamente perduto, ma è il nuovo che è interessante, i nuovi percorsi e vincoli, le nuove virtù.
Ognuno di noi contiene la propria pazzia e ne ha nozione.
Spesso è l’unica libertà, la parte vera che si possiede, per questo è intollerabile viverla con continuità. La pazzia non conosce il limite tra il particolare e il generale. Totius ex parte. Era uno dei principi della magia antica, nel particolare c’è tutto il conoscibile dell’universo, tutte le contraddizioni, tutte le forze e le equazioni fondamentali. Per questo cerco la mia pazzia nei particolari, li lego alle passioni con sottili rossi fili di seta, scrivo di cazzate e m’intrido di realtà.

la terza parte della vita è un po’ come la prima, suppongo
puoi seguire le tue passioni
puoi permetterti il lusso della pazzia, senza la riprovazione di tutti
puoi guardare negli occhi con sguardo disincantato
in fondo non è male…
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