Come un’anestesia è il sapere la fine dell’estate,
il tempo accorciato che scende nelle ore,
quel domani si decide, tra poco è natale, già fa troppo umido e freddo,
che toglie aria al giorno.
La primavera è così confusa, non sa, ristagna,
e nei ricordi è nebbia appena alta sopra terra.
Cercare il mare d’autunno,
certezze di sabbia solida e bagnata, teneri disegni d’onda,
le ore corte e i malfatti cappuccini fuori stagione.
E’ notte senza grazia, tra luci gialle a poco prezzo,
e su questo ciglio mi fermo
sentendo l’odore del precipizio.
