Ritorna la furia queta,
animale immoto pronto ad azzannare,
prendo la mia gola inerme.
Nel primo accenno di freddo,
anche la mia banalità mi uccide,
a poco, a poco, a poco.
Vorrei l’elasticità dell’acqua,
nel generare onde che si sovrappongono,
disegnano,
ritraggono conchiglie in un gioco indifferente.
Ma lo sai che la luce gialla di queste sere,
ancora da camicia,
cola,
ed antica colla odorosa,
gela in pensieri di resina.
Vorrei essere un greco che trae piacere
dal sorseggiare la propria retzina.
certo che sei una strana creatura willyco 🙂
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