mark twain e la poesia

 

 

Mark Twain diceva: “smettere di fumare è facilissimo, io l’ho fatto migliaia di volte“.

Anche scrivere poesie è facilissimo lo si può fare migliaia di volte, magari con l’ironia del limite proprio, così la cosa è quasi inoffensiva. In fondo basta non fare come per le foto di viaggi: no, le diapositive, no, sussurravano gli amici a fine cena.  

Le parole sono frutti carnosi di significato e possono suonare bene, se sono piene di noi. Partono da un ascoltatore certo, noi stessi, spesso insoddisfatti del prodotto, ma il caso in cui viene espresso il fremere dell’universo è diverso. Questo è riservato a pochi e sono quelli che ci educano le viste, interiori ed esteriori. Che ci suggeriscono i pensieri che volevamo fare, che ci vestono di consapevolezza, nella nostra nudità felice.

Per tutti noi scrivere parole, che suonano in accordo con quello che abbiamo dentro, non è tempo perso, è un modo per capirsi ed un esercizio di comunicazione emotiva, da altra prospettiva.

E senza emozioni espresse cosa resta: il male da relativizzare, perchè sennò la tristezza annulla il mondo. Oppure le delusioni amorose che deprimono la coscienza di sè. Od ancora il lavoro quotidiano che inaridisce e ha bisogno di qualcosa che ecceda lo stipendio.  Agli innamorati della terreità,  bisognerebbe ricordare che i sogni e i desideri, si legano con l’agire quotidiano, che le parole, guidano e sostengono le azioni, danno le certezze che troppo spesso la realtà vorrebbe smentire nella banalità dell’ovvio. A questo servono le parole messe in fila, a rappresentare come sentiamo il mondo. Che sia in prosa o in versi non cambia molto, basta avere almeno sentimento. 

15 pensieri su “mark twain e la poesia

  1. Sono d’accordo con te, ma non vedo il fatto che la terreità necessariamente generi l’ovvio.
    Voglio dire, personalmente mi sento innamorato delle cose terrestri, e scriverne è proprio il mezzo di assaporare tutte le emozioni che meritano.

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  2. e’ la presunta realtà che a mio avviso genera l’ovvio, Rob, cioè quel pezzetto di vita che ci prende e che a poco a poco esaurisce le possibilità del reale. Il rapporto tra sogno e realtà, tra abitudine e capacità di immaginare, ci colloca più dall’una o dall’altra parte. Per entrambi leggersi e scriverne è, per me importante. Non è un giudizio di valore: i sognatori, per scarso utilitarismo vengono giudicati inferiori alle persone terra terra, non è vero il contrario e questo non mi piace.

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  3. …parole piene, parole vuote, parole vanitose, parole che interrogano, parole come didascalie, parole che suggeriscono senza imporre, parole che camminano e viaggiano, parole che affermano e rimangono tristemente lì,parole sincere, parole dubbiose, parole commosse, parole indignate, parole messe in fila, parole perfette, parole ragionate fino all’estraneazione, parole come onde di colore, parole come promesse, parole per i sogni, parole per l’amore: il loro valore è direttamente proporzionale al sentimento e alla partecipazione di chi le scrive, alla sua capacità di “darsi in parole” rimanendo in ascolto.
    Per il resto ci sono i comizi, gli appunti, le liste della spesa, i proclami.
    E la terra è anche lei una parola, eppure infinitamente consistente…

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  4. caro willy, a 15 anni adoravo le poesie di prevert..ah quanti sogni su quei tre cerini..fantasie assolute, in quanto a mala pena avevo dato un bacio umidoso ad un ragazzetto. scribacchiavo pure le poesie, sulle veline sottili, che poi appendevo in camera. ovviamente erano banalissime e romantiche , come si addice ad una ragazzina di 15 anni di quei tempi. durò poco. scoprii poi la letteratura, i romanzi, molto più affascinanti, hard, sexy…l’henry miller di tropico del cancro e anais nin …giùgiù fino ad histoire d’o..grande peccato di giochi rischiosi ed affascinanti. così sono rimasta. nessuna emozione mi regala la poesia, quella leggiadria che non sento mia, quei tramonti, albe, fiorellini…mah.
    ognuno cerca i suoi simili e sta bene con loro : sarebbe sprecato con me un uomo che si prodiga in rime baciate, mi metterei a ridere 🙂
    la terreità…meno male che sono così terra, mi ha salvato la vita, e niente è più vero, bello, assoluto, perfetto, di quello che ti salva la vita.

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  5. Ciao, passo spesso dalle tue parti. Mi piace molto come riesci ad usare le parole. Trovo che tu sia armoniosamente complesso tanto da sembrare semplice. E’ una dote che pochi hanno. T’invidio. Quando provo a tradurre in parole quello che provo o che, semplicemente, mi passa per la testa, le parole iniziano a fare i capricci. Giocano, si rincorrono, scappano e non riesco ad acchiapparle. Oppure mi sembrano riduttive o ingannatrici. Insomma un gran pasticcio!

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  6. E’ vero che siamo fatti di terra e la terra traspare, ma ci hanno soffiato dentro un alito di metafisica. Anche a me dispiace l’elogio del terra-terra, soprattutto in questi anni nei quali e’ diventato un’ideologia (e come tale aria fritta invece che terra ferma). Siamo della materia di cui sono fatti i sogni (e i bisogni)…

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  7. gentile sogni e bisogni quando devi dare da mangiare a tre figlie e sei da sola ringrazi dio di averti fatta così terribilimente terra da non perderti nei sogni di tavole imbandite ma porti a casa un pollo e lo dividi in quattro.
    il giorno dopo ricominci da capo, fino a che incontri un uomo così terra che non ti declama poesie ma ti aiuta a comprare due polli.
    i sogni e i bisogni sono fatti per quelli che hanno sei polli, patatine fritte e coca cola, e tutto il tempo di dilettarsi nell’alito della metafisica.
    la vita è bellissima nella sua realtà, nella fisicità dell’altro corpo che entra nel tuo senza bisogno di sognarlo, perchè è talmente reale che te lo senti fino al cervello.
    almeno, a me piace sentirmelo dentro un uomo non nell’alito dello spirito.

    buona giornata

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  8. Also sprach Zarathustra (Untertitel Ein Buch für Alle und Keinen).

    Tutto quanto dichiarato in termini di sofferenza, difficoltà e ottuso realismo qui sopra mi fa pensare che il male della miopia intellettuale nasca esattamente là dove ci si sente l’unico depositario della realtà e l’unico portatore di esperienze di vita vere, pregnanti e di segno forte.
    Allora, per dirla con termini comparativi, tecnica che non bisognerebbe mai applicare alle storie personali perché sa di gretto, anzi di GRETTO, posso affermare tranquillamente d’aver avuto un’esperienza di vita familiare durissima, assolutamente fuori dalla media e di essermi ritrovata a poco più di vent’anni in una città sconosciuta senza più nulla dietro di me che non fossero le mie valige.
    Ma mi fermo qui, non amo fare fiction di me e dei miei vissuti,come ho ampliamente dimostrato.
    Pure ci tengo a dire che, nonostante le mie crepe passate, assolutamente fuori dalla media, lo risottolineo ancora in uno sfoggio di GRETTEZZA mai avuto prima, non investirò mai nessuno del ruolo di “nun c’hai ‘ncazzo da pensà”, semplicemente perché parto dal presupposto (modesto) di non sapere mai abbastanza di un altro per catalogarlo così indecentemente.
    Punto.
    Per le medaglie al valor civile potete lasciarle in portineria: le ritirerò stasera.
    Grazie.

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  9. non condivido Minnie, non andresti alla Holden, non ti emozioneresti per quanto ti capita attorno se non vedessi oltre il pollo. Il pollo è una parte della vita, ma non si vive di soli polli, altrimenti assomiglieremmo a quello che mangiamo.
    Buona giornata a tutti, qui c’è il sole e non è solo caldo. 🙂

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  10. willy, ma io e te ci conosciamo e sappiamo cose che altri non sanno 🙂 . sai anche che la penso così, che in africa non hanno le paranoie nostre perchè hanno ben altre cose a cui pensare.
    andare da holden è una grande esperienza, se non altro impari a leggere e a scrivere.

    l’educazione no, ma quella te la dà la famiglia da cui provieni, e la mia è stata un’ottima famiglia.

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  11. NEL LUNGO
    (o breve) cammino della vita le alternanze fra l’arancio il nero e il grigio sono inevitabili.E una donna spesso è quella che maggiormente nè fa le spese soprattutto se quest’ultima “sceglie” la via più scomoda.Quella di non delegare.Personalmente ho conosciuto tutti quei colori.Arancio-nero-grigio.Eppure se nel periodo nero la vita non mi avesse messo di fianco o in parallelo una Persona che,con la sua poesia,i suoi fiori sempre freschi di giornata,i piccoli quotidiani gesti tutti impregnati sgocciolanti amore-rispetto felicità senza nulla chiedere se non la felicità racchiusa nell’ offerto,io non avrei potuto essere quella che sono e dato a mia volta un meglio di me che in un certo tempo ha raggiunto quasi un massimo d’indiscussa forza e pienezza.E’ come nell’arte pittorica,l’astrattismo se si esclude il costruttivismo può degenerare in metafisica difficilissima da comprendere e che lascia vuoti se non irritati,così come l’arte realistica sempre in pericolo di degenerare in accademismo se venisse a mancare la possibilità di rinnovare le proprie forze alla sorgente di tutte le forme,che non è tanto la natura quanto gli impulsi vitali che determinano l’evoluzione della vita stessa.Concludo nel dire che ci dev’essere tutto.Arte astratta nel suo diritto d’esistere come elemento di percezione,arte realistica creativa di una realtà su spinte vitali su “libere” immagininon vincolate mentre con la volontà disciplina per dare forma completa o perlomeno all’intenzione che l’ha mossa.Entrambi riportano a un’unità di quel quadro-campo che deve convergere a una sola unica coscienza.Lo stesso dicasi per la vita di ciascuno.Concretezza si ma fondata sulla poesia che, anche quando l’arancio manca ti porta alla direzione dove un giorno potrai trovarlo o recuperarlo se prima l’hai visto o anche solo intravisto.Utile e bello è questo post!Bianca 2007

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  12. …la poesia non è fatta solo di tramonti e fiorellini…così come l’amore non si misura in cm.
    😉
    almeno credo…
    peace & love

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  13. ma non è mica incompatibile! si può essere terra terra, badare alle cose quotidiane, amare sensualmente, e cogliere lo stesso la poesia delle cose, emozionarsi…anch’io sono terra terra, sogno poco,ne avrei anche paura, data quella che poi è la realtà, ma apprezzo le emozioni e la poesia. la leggo poco, questo sì, forse perchè mi ferisce.

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