la semplicità

 

La complessità mi respinge. Spesso ho le idee spianate dall’ordine interiore, è così che m’ indico la strada, ma se non è complicato, non mi riesce bene. Credo si tratti dell’abitudine a ragionare su più piani e di considerare alternative. Oppure saranno tutti questi libri pieni di idee che ronzano. Ma se la semplicità sembra ad un passo, chiara come un navigatore appena tarato, mi pare riduttiva del mondo, così la devo smontare e rimontare finchè mi si adatta come una scarpa usata. Per questo, scartafascio portolani, cerco mappe rosicchiate, mentre basterebbe guardare l’atlante per esplorare il conosciuto. E che me ne faccio delle cose facili?  Dev’essere nato così il rifiuto d’ appartenere, a persone, o a idee senza il vaglio dei principi e questo era troppo semplice da capire? Adesso che i principi sono pochi, mi sembrano buoni quelli che ancora riescono a sanguinare. L’ho dichiarato, detto preventivamente, ma non m’hanno creduto. Mi dicevano, quando ascoltavo, che m’innamoro delle idee che si sdraiano nel cervello e fanno ponte tra idee lontane e così mi complico la vita. Non capivano che non ci si innamora a comando, nè delle persone, nè delle idee, al massimo si finge una semplicità che non esiste. Per questo forse, m’è parso bello seguire la passione. Quella che di solito si confonde con l’innamoramento, ma è altra cosa ed ha un vantaggio rispetto a questo: si combina con il desiderio di esistere.

Adesso sono convinto che la semplicità è ad un passo: bisogna decorticare, lasciar leggere, intuire, agitare campanellini e qualcuno che solleverà il capo, pensando d’aver finalmente visto chiaro. Invece, semplicemente, avrà riconosciuto ciò che già sapeva.

Ecco, basta ascoltare e la semplicità è lasciarsi prendere dalla propria meraviglia.

p.s. il pezzo di Thomas Tallis è per otto cori e quaranta voci, e alla fine neppure pare complicato: suona bene.

 

7 pensieri su “la semplicità

  1. Capisco e condivido quello che dici.
    Eppure mi sembra che “semplice” possa essere solo qualcosa che ti viene naturale, che ha per te una sua logica compiuta.
    Qual è il pensiero “semplice”?
    Molte volte ho l’impressione di vedermi intorno niente più che la semplicità della miopia: vedo solo fino a lì, non vado oltre, e allora certo che è tutto più semplice. Se guardo un po’ più lontano, non riesco più a catalogare tutto quello che vedo nello stesso modo schematico.
    Del resto Tallis non è semplice. Ma ha una sua unitarietà impeccabile, per chi sappia guardare meglio.

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  2. “Adesso sono convinto che la semplicità è ad un passo: bisogna decorticare, lasciar leggere, intuire, agitare campanellini e qualcuno che solleverà il capo, pensando d’aver finalmente visto chiaro. Invece, semplicemente, avrà riconosciuto ciò che già sapeva. ”

    Non riesco a leggere: c’è un che di troppo, o un punto di troppo?

    1 – “Adesso sono convinto che la semplicità è ad un passo: bisogna decorticare, lasciar leggere, intuire, agitare campanellini e qualcuno solleverà il capo, pensando d’aver finalmente visto chiaro. Invece, semplicemente, avrà riconosciuto ciò che già sapeva.”

    2 – “Adesso sono convinto che la semplicità è ad un passo: bisogna decorticare, lasciar leggere, intuire, agitare campanellini e qualcuno che solleverà il capo, pensando d’aver finalmente visto chiaro, invece, semplicemente, avrà riconosciuto ciò che già sapeva.”

    E’ 1 oppure 2 oppure nessuna delle due?

    E una conferma: ho letto principi con l’accento sulla seconda i: princìpi. Ma poteva anche essere con l’accento sulla prima: prìncipi, e non vorrei aver riconosciuto male – magari intendevi prìncipi, come Amleto, mi viene in mente, che infatti sanguina, alla fine.

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  3. oh là, caro il mio willy. che con le i o ì si scombinano pensieri, si agitano idee, che tanto per essere chiari bisognerebbe fare come ravera e lombardo radice e il loro incipit : così capiamo tutti, è tutto chiaro, nessuno fraintende.

    🙂

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  4. E’ la 1, Rom e i principi, quelii con l’accento sulla prima i li lascerei stare sopratutto in questo periodo.
    Benvenuto/a Rom, avrai molto daffare o da fare, col mio uso della sintassi e della grammatica 😉

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  5. io credo che le cose siano semplici solo dopo che abbiano attraversato la complicanza.
    ho un caro amico che mi prende sempre in giro perchè ogni volta che analizzo una situazione continuo a cambiare prospettiva, è come se ruotassi intorno ad un’idea per vederla da ogni angolatura. d’altro canto è solo questa operazione che mi permette di avere la piena visione.
    non so fare altrimenti. quando ho terminato il giro, tutto si riduce el centro, solo allora.
    bella la differenziazione tra passione ed innamoramento 🙂

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  6. AL SEMPLICE
    volo di rondine che ancora non vidi,io dico e credo che,semplicità sia uguale a un claro pensiero custodito per un pò nella nebbia del “ni” uscito come soleil con il suo bel faccione doppio di SI oppure di NO.Complicato?…Ma no se Einstein riusciva a farsi capire non dai parrucconi ma dai bimbi piccini. Olè!Bianca 2007

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  7. La capacità di fare semplicità è collegata allo stato emotivo del momento.
    E’ anche una predisposizione caratteriale.

    Semplice e complesso, io preferirei stare nel mezzo 😉

    CIao willy

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