” La politica non si faceva più. Se ne parlava soltanto, camminando su e giù per la piazza, le mani dietro la schiena… Interminabili discorsi su ciò che avrebbe potuto essere. Su ciò che avrebbe dovuto essere.
L’entusiasmo che l’aveva sostenuto in tutte le attività della sua vita, anche quelle intraprese tardivamente, l’abbandonò. Niente gli sembrava valere più la pena. Iniziò a diventare irascibile. Sbottava per delle sciocchezze, con stupore di quelli che l’avevano conosciuto come un uomo ponderato e mite, e peggiorò con gli anni finchè nessuno ci fece più caso.
…si accorse all’improvviso che gli sarebbe piaciuto non tornare a casa, quel giorno. E nemmeno il giorno dopo e quello dopo ancora. Non tornare più da nessuna parte.
…,poi invece quando trovò una piazzola di sosta fece inversione e tornò indietro, ma fu come se una parte di lui, forse la migliore, certamente quella più viva, fosse rimasta lì, ad aggirarsi per le strade deserte…”
Mariolina Venezia: mille anni che sto qui. Einaudi
La perdita, il rifiuto, la rottura con il mondo consolidato.
Chissà se è un percorso obbligato per gli uomini inquieti.
accipicchia, sembra parlare di me! ciao.
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possibile…se sono di sinistra e hanno votato pd.
‘notte.
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è molto bello quel libro. l’ho scoperto per caso, entrando nella libreria einaudi e dicendo al libraio..mi dia un bel libro da leggere. e lui me l’ha dato, in effetti.
ho anche letto il suo secondo libro, un poliziesco, divertente, ambientato sempre in basilicata…
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SI
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ah allora sono più tranquillo, Bis. 🙂
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