La nostra rete era l’ideologia, bastava essere di sinistra per entrare ed essere alternativi. Ci frequentavamo per assonanza, anche le litigate avevano un territorio comune da sfoderare al momento opportuno. I più imbecilli parlavano con ipse dixit e si incazzavano, gli altri si incazzavano pure, ma perchè erano più liberi e naïve. Tutti sapevamo con certezza che qualcosa ci teneva assieme oltre i ragionamenti. Non si spiegherebbero altrimenti tante conversioni adulte. Siamo stati credenti in una chiesa con preti esigenti e spretati. Le origini di molti, cresciuti nei patronati, avevano lasciato il segno. Non era difficile cogliere nel radicalismo i segni di una religiosità atea e primitiva fatta di morale naturale e principi originari. Chiesa con fedeli e poi credenti senza chiesa, l’agnosticismo politico era una bestemmia. Per fortuna. Ci sorprendeva che qualcuno non la pensasse genericamente come noi, genericamente, perchè anche le analisi profonde erano comunque de contestualizzate. Gli operai erano l’aristocrazia operaia e non solo un coacervo di bisogni, diritti, speranze di riscatto. E i padroni erano una categoria precisa, un ruolo, e loro si adattavano bene alla bisogna. Uno di questi, non capì allora il perchè di uno sciopero contro lo Scià di Persia, ma non lo capì mai, perchè non c’era nulla da capire nell’internazionalismo proletario. Mi è stato amico, però nella sua fabbrica non si fumava e neppure si sostava in bagno. Nelle trattative sindacali, le pisciate rapide erano di destra quelle con i giusti tempi di sinistra. Comunque, anche all’estero, essere compagno era il legante e l’ideologia ti faceva parlare a tono, anche quando non c’era nulla da dire. E faceva colpo sulle ragazze, permetteva di parlare di noi, di saltare le convenzioni precedenti facendo perno sulle nuove parole dove i sentimenti erano privato e politico assieme. Aderire a mezzo, era disdicevole, socialdemocratico sinonimo di traditore, fascista quasi tutto il resto. Dall’altra parte c’erano meccanismi analoghi, ma non il fatto di essere di massa. L’ideologia è stata una moda, un collante, un elemento di socializzazione, la risposta a molte domande fondamentali che hanno permesso di fare, essere, incidere sul reale. ha generato idee inusitate per menti, altrimenti attratte dal quotidiano, ha inciso sulla cultura facendone una necessità. I modi di dire erano piloni per sorreggere ragionamenti zoppicanti e quando proprio si era in difficoltà d’argomenti: il problema era altro. E’ stata la coperta di linus, il surrogato della famiglia, certezza e dubbio. Quando si è via via spenta, nessuno l’ha celebrata. Eppure ha avuto meriti enormi accanto ai disastri: è stata l’acqua per noi pesci rossi, peccato fosse anche la boccia che ci faceva nuotare in tondo.
mi sembra quel film con redford giovane : come eravamo..musica di sottofondo bellissima.
eravamo così, siamo cresciuti in quella boccia, che se vuoi è come un utero con l’acqua liquido amniotico : che nutre, svezza, dondola, ripara dai colpi.
pesciolini rossi come nemo, sempre pronti a partire dietro la bandiera che sventolava.
la boccia non c’è più. c’è il mare aperto e gli squali.
navighiamo a vista, ballando come eravamo.
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E’ stato di sicuro infinitamente meglio sprofondare nella boccia cavalcando in tondo un percorso cieco: almeno c’era l’illusione di percorrere praterie immense…
Nel cavalcare odierno invece è diventato normale percorrere quella boccia a percorso cieco senza neanche sentire il bisogno sogno/illusione/cialtrona- ma-ingenua-convinzione di andare su di una prateria.
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Benvenuta Tereza, credo sia il tuo primo commento da me, però ti conosco e apprezzo quello che scrivi. 🙂
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Invece io sono di tua conoscenza, e sai che in quella boccia non ho mai nuotato. Vita diversa. Suore. Interesse blando per la politica senza partecipazione attiva. Interesse che mi aveva portata dal lato opposto al vostro, sebbene solo in maniera blanda. Qualche comizio, qualche chiacchierata in un mondo che era quasi tutto di sinistra. Sono stata anche attaccata con violenza solo per aver espresso civilmente un’opinione.
Ma è stato tanto tempo fa.
E allora non c’erano sfumature o mezze misure: o eri comunista, o fascista o un democristiano, viscido baciapile. Io, con un piede nella destra ed uno (ragionatissimo) nel partito radicale, sono sempre stata una nota stonata.
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PER CHI
come me,ha avuto diverse formazioni e,quindi,nulla,restava il DNA potente e anche lui variegato ma forte perchè veniva dalla Resistenza che,insieme a una predisposizione naturale mi ha sempre fatto schierare dalla parte del debole,dissacrando tutti i “sepolcri”( magari esagerando un pò che,allora le mezze misure non mi piacevano come insofferente ero a ogni forma di compromesso) e con l’utopia per bandiera anche se Gramsci e Don Milani continuavano a prendermi.Non mi sono mai iscritta a un partito,tranne una volta ma questa è un’altra storia.Ho fatto un sacco di studaggini ma solo per mancanza di furbizia.Pensavo poco ma il poco che pensavo era “essenziale” per credere di costruire insieme il più bel mondo o il Sogno più grande e lontano.E il nostro motto era “Non rimandare a domani quel che puoi fare oggi”.E lo si faceva.Eccome!!! Poi poi poi quando mi sono accorta che dovevo cercare la verità fuori dalle parole dalle cose dal paternalismo dei “capi” senza mai andare al fondo dei problemi anzi manovrando perchè lo si sentisse come il peggior nemico,a e dalle ideologie che ci bombardavano, per NON tradire me stessa,la mia passione che non ammette assoluzioni o indulgenze,nonchè il mio istinto,me nè andai a ri-leggere Dostoevskij e Rimbaud e lì vi rimasi con “quel” Sogno sparato negli occhi e nella MUSICA che mi sveglia al mattino perchè nella notte la vivo.Bianca 2007
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ieri a lezione di geopolitica si è iniziato un percorso sul terrorismo in italia.
dal 1947 in avanti.
1947. perchè il terrorismo è l’invitato di pietra nella storia italiana. e ragionarci sopra male non è.
anch’io tbl sono andata dalle suore, ma a 15 anni ho fatto un tale casino che mia madre mi ha spostato in una pubblica. e lì ho scoperto il mondo. poi stavo un pochino alle feste dei fighetti perchè lì in mezzo c’ero cresciuta, e durante la settimana facevo parte dei comitati unitari di base.. ma a noi liceali quelli del movimento ci trattavano come manovalanza : ciclostile, volantinaggio, redazione del verbale delle assemblee..eepppperrrò a me pareva di essere nella guerriglia sfrenata :)))
ogni tanto ne parlo con mickey mouse, che in quel periodo stava a scienze politiche e faceva parte del movimento : e mi dice..voi liceali eravate moscerini noiosi :))))
buon week end..da un’ex moscerina noiosa :))
correvano gl’anni 76-77…pensavo che il mondo potesse essere migliore..
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e’ una delle poche cose buone emerse con il tempo Tibì quella che la comunicazione sia tra le persone e non tra le ideologie. Chi è nato nei miei anni è stato dalle “suore” anche se non ci è mai andato. 🙂
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Io ho lasciato le suore perchè mandai giù un tubetto intero di optalidon, Minnie. Il casino l’avrei fatto dopo, ma in un paese di provincia arriva tutto sempre un po’ attutito. Ho fatto la mia parte, ma sempre un po’ defilata.
Un bacio a tutti. Godetevi il sole, se lo avete. Sono arrivata ad una conclusione: Dio, se c’è, è leghista. 😦
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