anarchia e libertà

In questi giorni ricorre l’anniversario dei 70 anni dalla guerra di Spagna. Quello che accadde in quel paese infiammò il mondo, ma allora vedere il nazismo all’opera non bastò per evitare la 2 guerra mondiale. In questi giorni mi capita di leggere la parola anarchico come un modo d’essere un po’ snob, schifato della politica e dei politici. Il giudizio spesso è motivato da come si è ridotta la politica italiana, ma l’anarchia è altra cosa, è un modo d’essere che esige ideali ed animi forti. Non è faccenda da signorine, nè tantomeno da opinioni da salotto. Non sono anarchico, ma rispetto il pensiero utopico che sorresse vite ed impegno. Leggo caricature di qualunquismo fatte passare per rifiuto dello stato, sento attribuire aloni romantici agli ozi dell’intelletto e della critica senza oggetto. Non è questa l’anarchia, non è questo il rifiuto dello stato che trae origine dall’idea di eguaglianza, libertà e fratellanza. In Spagna si provò ad applicare politicamente l’anarchia e chi la soffocò furono le brigate comuniste fedeli a Stalin ben più di Franco. Sembra strano parlarne oggi: tutto così lontano, eppure per chi è  stato comunista molti anni dopo, quella è ancora una ferita aperta nei propri ideali di eguaglianza e libertà.

C’è un film che amo e che parla di queste cose, ed è Terra e libertà di Ken Loach. E’ un film di parte, come sono di parte la libertà e l’eguaglianza, e non credo possa essere altrimenti, se le vite si modellano su questi ideali. Per molti di voi tutto questo è distante da questo mondo ed invece credo che la risposta a come vorremmo stare assieme ed essere governati passi proprio da queste parole così comuni e così banali, riconiugate e riportate nelle persone finchè non trovano applicazione quotidiana.

 

2 pensieri su “anarchia e libertà

  1. è vero, willy,
    le parole hanno perso spessore, e spesso le usiamo con eccessiva leggerezza.
    condivido pienamente il messaggio del tuo post.

    non ho visto il film di Ken Loach, ma ricordo il libro di hemingway, “per chi suona la campana” e sopratutto “omaggio alla catalogna”, di orwell – che ho letto solo nel 1984, quando questo scrittore fu finalmente riproposto e sdoganato (orribile parola) anche dai comunisti, che fino ad allora lo avevano ignorato.
    forse perchè il romanzo spiega bene le contraddizioni della guerra civile spagnola.

    …”no pasàran”…

    ma sono passati eccome, e sono tuttora fra di noi.
    ci accerchiano.
    lasciaci quindi almeno la libertà di essere un pò leggeri nei commenti.
    🙂
    buona giornata

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