cunard words

anche quest’anno, le parole, sono state infilate con la pazienza degli aghi sottili: collane e braccialetti ora giacciono dimenticati, ché questo è l’uso della parola: rifulgere e rivestire un pensiero, traversare il giorno e poi perdersi nell’orizzonte.

Dalla banchina salutiamo mani che rispondono e il colore che le accoglie, sventoliamo fazzoletti per ciò che abbiamo amato dentro quegli abiti, mentre il fumo si stende assieme al vorticar d’eliche. Sappiamo che torneranno diverse, stupite e gelose delle nuove compagnie.

Non invecchiano facilmente le parole, solo cambiano rivestite in storie mai raccontate. Mentre tra noi pochi, sanno l’arte del penetrare le cose per dare i nomi felici, quelli che non saranno scordati.

7 pensieri su “cunard words

  1. POCHI
    sono coloro che sanno usare le parole creando nutrimeno per l’immaginazione e i pensieri.Ma solo i poeti arrivano là dove il cuore ha bisogno di rinnovarsi sempre nella terra dei vivi dove il sole non conosce il tramonto!
    Occasione unica,questa,per l’augurio di un 2009 splendido di sole.Bianca 2007

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  2. le parole, quelle che scaldano, quelle che sorridono, quelle che accerezzano.
    quelle, anche se passa il tempo, non invecchiano mai. al limite, come del buon vino, diventano più buone e più preziose.

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  3. Stiamo per imbarcarci tutti in un’altra avventura e tutti, nello stesso tempo, ci salutiamo dalla banchina, pieni di speranza.
    Buon viaggio, Willy. 🙂
    Buon viaggio a tutti noi.

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  4. auguri a chi commenta, a chi legge, a chi è in viaggio e sa dove andare. Auguri agli smarriti, agli insoddisfatti, ai felici. Auguri a chi ha un pensiero segreto, a chi ci pensa, a chi non si è stancato. Auguri a chi si è ritrovato, a chi sta decidendo, a chi è ingenuo e l’ha sempre saputo. Auguri a chi ha il passo sicuro, a chi è ferito, a chi non ha scordato. Auguri a chi ha desideri, a chi si sente amato, a chi non ha la verità, a chi non si è arreso, a chi è incazzato. Auguri a Voi che mi siete cari, che se mi stavate sulle palle mica ve li facevo gli auguri di cuore.

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  5. non sono d’accordisssssimo con te. nel senso che le parole non me le dimentico. neanche cambiano, ma appartengono al momento esatto in cui vengono dette e alle persone che le dicono e le ricevono. non diventeranno altre storie, perchè saranno altro anche loro : non avranno lo stesso ordine, nè la stessa sfumatura, nè gli stessi accenti (e io con gli accenti e i troncamenti vado malemale, lo so..). forse stiamo dicendo le stesse cose, come sempre..ma sono le 8.38 del mattino e ancora un pò addormentatina..

    però mi pare bello pensare che ogni parola sia se stessa, e non rinasca.

    buongiornobuongiorno, che il chiampa risparmia pure sul sole..il pidocchioso :)))

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