Tra voglia del tutto e la pratica del mezzo. Vita, piaceri, amanti, mariti, mogli, politica e dispiaceri: tutto a metà. Come si compensasse un desiderio di assoluto insufficiente con altro, senza mai arrivare davvero in fondo. Ci si chiede troppo, un eroismo del decidere precluso ai nostri saggi genitori, praticanti della sanità dell’accontentarsi. I loro obbiettivi misurati, le passioni smorzate e comunque mai tutte assieme; oggi, invece, prevale la voracità del vivere, del mantenere in vita le possibilità accelerando le vite; il che, come nella corsa, porta ad un continuo disequilibrio. La condizione dell’esistere insoddisfatto oscilla tra questi due poli: il bisogno d’altro e ciò che si ha, in un continuo dialogare tra necessità e sogni.
E’ questo il frutto del ’68, di una generazione che ha considerato il possibile ben più ampio delle generazioni precedenti?
E’ questa la genesi dei nostri malesseri speciali e della felicità fatta a bolle senza continuum?
Dovevamo saperlo che quando abbiamo cominciato ad evocare una quiete fatta di terapie ayurvediche, shiatsu, buddismo tantrico, benzodiazepine, autocoscienza e psicoterapia, qualcosa non tornava nel monopoli della felicità.
Sembrerà strano, ma comunque, mi sembra meglio ora rispetto alla calma lenta che contrassegnava le vite appena l’altro ieri.
io penso che sia una questione anche diversa..i nostri genitori, ma anche molte altre persone che vivono in situazioni ben diverse dalle nostre, avevano e hanno problemi ben più gravi da affrontare..la guerra, la ricostruzione, il cibo che non c’è, l’aids (vedi l’africa che stà morendo nell’indifferenza generale), la povertà economica e culturale..che vuoi che gliene impippi a questi dell’amore, di mogli, di mariti, di seghe mentali, di felicità a metà o totale..i nostri sono problemi da ricchi, di quelli che hanno tutto e oltre, di quelli che si baloccano con i se i e i ma.
alle volte la mia parte terra prevale in maniera forte e distruttiva ..gioco con l’aria, con le parole, con i pensieri sul macro…poi ritorno, riatterrò nella mia madreterra, e riprendo me.
forse è stato il 68, forse sono state le canne, forse il valium..va bene tutto, basta che alla fine si decida da che parte stare e fare.
siamo pur sempre figli di giulio cesare. :)))
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Giulio Cesare che mica aveva deciso da che parte stare. Sessualmente dico. ;-))
Stanotte guardavo i due extracomunitari che dormivano nel giardinetto della chiesa, le loro non sono vite a metà: o tutto o niente. Hai ragione, le mezze vite sono problemi e infelicità da ricchi. Fanno meno male?
;-(
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BOH,
sarà sarà che pue essendo cambiata non lo sono poi tanto.Sarà sarà che non mi sono mai accontentata pur accontentandomi del SOGNO che sentivo dentro.Sarà sarà che,pur avendo tradizioni forti,non ne ho mai fatto un’unica bandiera che la MIA dovevo trovarmi.Sarà sarà che nel “doppio” me, ci convivo dalla nascita e ho imparato a riderci sù anche quando ero la prima a provare fastidio per questa faccia “rivolta” che all’improvviso mi trovavo.Sarà sarà che la FEDE nella vita pur con le sue mille trappole,rivoltamenti ,tradimenti,vigliaccate,slealtà squallore,continua a rendermi un “autsider” fiera e vicino ai perdenti,infischiandomi di chi non fa la mia stessa strada,ma lasciandogliela fare tutta senza interferire se non per “scontro di nasi”,giacchè il VIVI E LASCIA VIVERE è sempre stato il mio motto anche senza urlarlo e continua ad esserlo.E sarà sarà che ciò che”io sono” mi piace e non lo cambierei con oro o altro…Sono meno umorale di un tempo e più consapevole che ,anche questa è stata una conquista.Come la dolcezza trasformata in “forza calma e tranquilla” (anche se non proprio assoluta) che mi portavo appresso, come bagaglio che mi trascinava in strade non mie. E forse sarà anche perchè mi sono colmata d’albe e tramonti il cuore, innaffiandolo con l’acqua purissima (e rossa) che dalla sorgente dei miei occhi sgorgava, sicura sempre che un SOLE le avrebbe asciugate,nello stupore che sempre si ha,quando nasce una vita,un fiore,una rialzata dopo una caduta,maree che si fiutano anche senza vederle,non rifiutando le ombre che ci sono in un pieno mezzogiorno,allungando sempre una mano per spartire un pane come un calice di vino.E forse sarà solo perchè continuo ad essere una incantatrice di me stessa,folle che ride,perchè SOGNI BELLEZZA E MALINCONIA,saranno sempre i miei compagni di viaggio.E QUESTO LO Sò!In questa “età di mezzo” e per tutto il tempo che mi sarà concesso!…Bianca 2007
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La calma lenta non fa per me. Almeno credo.
Ho preso delle strade completamente diverse da quelle che mi hanno insegnato i miei genitori, quelle che loro pensavano di avere già tracciato per me.
Nel bene e nel male.
Non ho saputo accontentarmi di quello che avevo (termine nel quale faccio fatica a ritrovarmi, non so bene cosa avessi realmente). Consciamente o meno sono andata oltre, seguendo i miei sogni.
Non faccio bilanci, odio fare bilanci.
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