La processione esce nel tardo pomeriggio. Un lungo anello dalla basilica, per strade antiche, petali di rose e gigli. I gigli sono i fiori del Santo e li portano i bambini, alcuni vestiti da fratini, tutti svagati guardando e sorridendo alla folla. Ci sono le donne salmodianti, la banda, i baldacchini con le reliquie portate a spalla dai cappati. La corporazione dei macellai con i mantelli blù. Il rettore della basilica, con cappa d’oro mostra la reliquia e i frati, il sindaco, il prefetto, le autorità, seguono.
Non vado alla processione da quando ero bambino. Allora anche i figli dei comunisti andavano in chiesa e Togliatti ricordava che il PCI era il secondo partito cattolico italiano. Poi con l’adolescenza finiva l’età dell’incoscienza: o l’adesione o l’abiura. Comunque finiva.
La processione era spesso tra i temporali di giugno: violenti, con grandine. Ci si riparava sotto i portici, aspettando che la furia passasse. Pensavo allora e anche adesso, che i cattolici fanno a pezzi i loro santi, si dividono la santità, chiedono con forza i miracoli. Con un bisogno di tangibilità poco spirituale, vogliono toccare, permettere che la santità contamini. Alla processione ogni partecipante porta qualcosa di suo e chiede qualcosa. Ma non ho mai capito perchè si facciano le processioni. Perchè non basti il colloquio interiore. Forse si deve mostrare la forza della chiesa e degli ordini, oppure dar modo ai fedeli di sentire come proprio il santo o magari ribadire che la parte civile si sottomette e riceve sanzione del potere da parte della chiesa.
Sono vecchie domande senza risposta, di un miscredente, con poco punto interrogativo e meno interesse alla risposta definitiva.
Quest’anno gioca la nazionale alle 18, chissà se ne hanno tenuto conto.
la ragione delle processioni sta nella necessità del rito che serve a vincolare.
se ci fai caso tutte le religioni, ma soprattutto quelle monoteiste nate dalla medesima radice, fanno un uso smodato della ritualità, della ripetizione di parole, suoni, colori, oggetti simbolici.
rafforza il legame del credente con la divinità.
semplice, in fondo, un modo come un altro per “fottere la mente”.
mi scusi la volgarità, signor willy.
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Io sono figlia di un tesserato MSI e vabbé qui a Bolzano era normale…
Ti lascio il mio video preferito che son sicura apprezzerai moltissimo 😉 :
Buon W.E.
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Qui da me, in Sardegna intendo, le processioni più famose sono quelle dei Misteri della Settimana Santa, organizzate dalle confraternite.
A seconda dei posti più o meno belle e coinvolgenti a prescindere dal significato religioso. Questo è il punto, almeno dal mio punto di vista.
Mi portavano da bambina, ci ho portato mie figlie. Anzi in un momento della mia vita ho sperato di trovare delle risposte e un aiuto. Niente da fare.
Sono sicura che D. abbia ragione.
E’ nella natura dell’uomo quella di “fottere”.
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io vivo in un quartiere che si chiama santa rita perchè c’è una bella chiesa dedicata a santa rita da cascia, e i miei genitori si sposarono pure lì. tutti gl’anni c’è la processione con le bambine vestite da prima comunione, la benedizione delle case e delle rose (anche non nell’ordine)..
ho letto ida magli che dà spiegazioni antropologiche sul bisogno di una religione, sostanzialmente potere e paura della morte.
i riti creano sicurezza, riparo..non è mai colpa del soggetto, ma del diavolo, del fulmine, del diverso che passava..i cristiani si sono poi inventati la confessione e l’assoluzione, così il peccato non c’è più.
non è facile, willy..sono andata troppi anni dalle suore, eppure chi non crede legge, s’informa, ascolta, vorrebbe capire il mistero.
chi crede procede a testa bassa.
su tutto il popolo si erge il clero, il potere, coloro che ti assolvono o ti condannano.
non è cambiato nulla da quando in un villaggio primitivo un uomo un pò più furbo s’inventò una frase da dire verso il cielo e smise di piovere.
minnie-condannata-all’-inferno
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