pozzallo

L’altro ieri ero dentro il porto, a Pozzallo. Davanti la porta di un capannone, tre auto della polizia, con alcuni agenti che parlavano tra loro. Sul fondo si vedevano alcune persone, non so quanti, dei 91 africani arrivati scortati dalle motovedette.

Questi erano il pericolo per il nostro benessere.

Alcuni seduti a terra, con la schiena appoggiata alla parete, altri in piedi. Lì, ammassati in un angolo, in attesa di chissachè. Un capannone portuale è grande, ancor più se è vuoto. Le persone si perdono, sia alla vista di chi guarda, sia dentro loro stessi. Non ci sono arredi, letti, tavoli, per dare una parvenza di luogo di vita: è un posto coperto e basta, dove si pensa e si attende.

Chissà cosa pensavano.

Ieri il giornale La Sicilia, usava toni civili, parlava della tragedia di un corpo in acqua annegato, della contentezza di essere vivi e arrivati. Del fatto che sono ignari delle leggi italiane, non sanno che verranno cacciati e non capiscono che per loro l’inferno non è finito. Sono arrivati cercando di vivere, pensando che ci sia la possibilità di avere un futuro. Ci dicono che non sarà compito dell’italia rispondere, ma da parte nostra, come uomini, possiamo dire che non c’è risposta, misericordia, aiuto, futuro?

Una cosa piccola al giorno per riaffermare la mia civiltà, un pensiero espresso pubblicamente, un aiuto rispettoso, un sorriso assieme ad una moneta, qualsiasi cosa che non mi faccia vergognare della mia storia. Me lo pongo come programma per ricordarmi che sono uomo e che la pena non deve precedere il reato.

7 pensieri su “pozzallo

  1. Come è bello leggere quello che hai scritto, Willy.
    Se non avessi il cuore di pietra mi sarei anche commossa.
    E’ quello che penso anche io.
    Non so, personalmente, nel mio piccolo, quello che riuscirò a fare e il peso che potrà avere il mio comportamento a livello sociale.
    Un granello di sabbia, forse anche meno.
    Ma mi aiuta, ho più rispetto per me stessa.
    Quindi la sera, quando esco dall’ufficio, ho almeno un appuntamento nel parcheggio del più vicino centro commerciale, in piena zona industriale.
    Ragazze ucraine, bosniache, polacche… belle, giovani, meno belle… si scambiano due parole, a volte gli faccio un po’ di spesa (non hanno grandi pretese: del pane, della verdura e della carne di pollo, per lo più), a volte gli do qualche soldo. Ne ho conosciuto una bellissima, bionda, due figli e uno che stava per nascere. Mi ha detto: guarda come sono ridotta e non ho neanche 30 anni. Basta, questo è l’ultimo figlio che faccio.
    Sguardo intelligente e tanta malinconia, una bocca con pochi denti rimasti. Magra magra, ma con una grande pancia.
    Poi ci sono i bambini. In questo caso perdo la testa. Mi innamoro. Mesi fa ho conosciuto una bambina, la incontravo ogni sera. Volevo portarla via. Ho avuto la folle e pazza idea di portarla via con me, a casa mia. Puro egoismo.
    Poi tutto un esercito di ragazzi di colore. Ormai mi conoscono, mi salutano, mi chiedono come sto, come è andata la giornata.

    Ripeto. Non è niente. E’ solo un frammento della mia vita. Forse lo faccio più per me che per loro, questo è il mio dubbio. La natura umana è egoista.
    Ma so che mi piace vederli sorridere, i loro sguardi in cui a volte leggo anche affetto, comprensione, apprensione se sono stanca o triste.

    Solo questo. Niente di più.

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  2. anch’io sento queste cose e le ho scritte. esiste una possibilità per una vita migliore : noi non la coglieremmo?

    buona serata, willy..lo so che voi siete vampiretti della notte..:))))

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  3. Volevo solo dire che apprezzo molto il tuo sentire,il tuo modo di essere uomo, con il cuore, prima di tutto con il cuore. Vorrei trovare tante persone che vivono con questo sentire, molte di più, intorno a me, per una vita migliore, per loro, per noi, per tutti.

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  4. sensazioni che fanno parte di un inespresso che vive dentro di noi, per fortuna direi.
    l’unica parola che non sento è misericordia, non perchè il sentimento che ricorda non sia giusto, anzi, ma a me evoca solo cose cattoliche e, mi spaventa come la pena che anticipa il reato.
    ti abbraccio, willy.

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  5. L’UMANITA’
    non deve mai mancare.E l’umanità è PIETA’ anche nell’applicare il (giusto) delle leggi scritte da un’altro uomo!
    In te Willy,si sente tutto questo. CONSAPEVOLEZZA di “uomo” che vuol fare,operando nella Vita e per la Vita.Buon proseguimento,Bianca 2007

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