acciaio
Tre operai morti, altri feriti gravi: continua la scia di dolore e sangue nel lavoro. Queste persone erano da oltre 11 ore in linea nel reparto, in uno stabilimento destinato alla chiusura: sono le assurdità della divisione mondiale della produzione e della assenza di un governo economico che non sia quello del mercato. Ma il mercato fa diventare tutto relativo, l’insopportabile diventa necessità e lavorare per molti è un rischio senza alternative. La fatalità non è una categoria della tecnologia, semplicemente è prevedibile e riducibile. Quanto succede e succederà non può essere un dolore privato, nè risarcibile solo con denaro. Le responsabilità sono poca cosa se non si mettono in sicurezza i posti di lavoro, se i controlli non sono rigorosi. Una legge per vivere e lavorare, con rispetto e dignità, se non lo chiediamo ad un governo di centro sinistra a chi lo potremo chiedere? E se questo non risponde, potremo stare zitti?
non dovremmo tacere in assenza di risposte.
eppure.
siamo colti, intelligenti, ricchi di esperienza e impotenti.
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Sono d’accordo, senza nessun dubbio in merito.
La mia paura è che ci si dimentica con troppa facilità.
La notizia dalla prima pagina si sposta, via via.
Finisce nel dimenticatoio generale.
E questo non deve e non può succedere.
Vogliamo risposte e certezze.
Con fermezza e senza alcuna esitazione.
Ho letto Dickens, ma potrei rileggerlo con piacere.
E ricordo bene anche il film. amato dal mio babbo.
E’ sempre piacevole leggerti. Anche nei commenti.
Un abbraccio e tanta serenità
Melania
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siamo impotenti è vero, i controlli non sono così rigorosi…è qualcosa che sfugge al nostro controllo e per questo è ancora più terribile? Cosa possiamo fare?
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