vento tiepido da est

 

 

L’ invito per un compleanno, lo trovo sulla tavola, è nell’italiano creativo di chi mi tiene pulita la casa. Da sempre ci scambiamo messaggi urgenti e cortesie sentite: l’anticalcare è finito signor Roberto, dia una passatina ai vetri Maria, ha troppi giornali e libri, non si riesce a togliere la polvere, come sta suo marito, ha lavoro? e i ragazzi? E così via.

Mischa ha compiuto 21 anni, frequenta l’istituto tecnico, è un ragazzo normale, in una famiglia coesa, piena di zii, dove si parlano almeno tre lingue. Festeggiano bene, le persone entrano ed escono, ci sono le torte che trovo a Chisinau, il pane fatto in casa, i bambini e un affetto diffuso. Si vogliono bene, forse le difficoltà notevoli li tengono vicini. Le storie di queste famiglie sono così distanti dal nostro vissuto, che si preferisce rimuoverle. Madri che devono lasciare i figli piccoli a casa, amori che si nutrono nonostante la lontananza, vite che grondano difficoltà. Gli uomini non sono diversi e neppure le donne, solo che tutto è acuito e non c’è stato un periodo per crescere, per transitare in occidente, sono stati scaraventati qui dal bisogno, dagli stipendi a 80 euro al mese in patria. In Ucraina hanno creato centri di aiuto per il male italiano, è quello che provoca problemi psichici nelle badanti, per la vicinanza con la morte, il dolore, la malattia, vissute 24 ore al giorno e passando da una esperienza alla successiva.  Si affezionano, vogliono bene e questo incide dentro, taglia pezzi d’anima e di vita perchè è difficile, anche a trent’anni andare a divertirsi e poi tornare a casa e trovare la sofferenza. Credo abbiano risorse e solidarietà ormai sconosciute da queste parti. Molti sono anticomunisti per conoscenza diretta, molti sono milanisti perchè hanno un oggetto per cui provare passione, spesso hanno un giudizio disincantato su Berlusconi perchè hanno avuto la guerra civile in casa. Se gli dessero il voto credo che molti lo voterebbero. Eppure mi sembrano una speranza perchè hanno voglia di fare. L’indolenza è vietata, ma soprattutto le famiglie si tengono assieme. Oltre i divorzi, moltissimi, oltre i figli da più padri, oltre l’ambiente spesso ostile, si tengono uniti. Il mare scarta quello che non gli serve, così nei discorsi allegri, emerge l’asprezza della condizione di soggezione. E la dignità. Una ragazza, madre di una ragazzina bellissima e piena di parole che suonano bene, mi parla della Transnistria, della guerra civile, del fatto che viene da una terra che nessun paese al mondo riconosce come stato. E sorride. Non dice del compagno italiano che la picchia, del fatto che faceva la giornalista e che qui pulisce per terra, parla poco perfino della figlia, che scrive poesie.

Anche un ex agente dei servizi segreti, ha scritto una poesia. Parla di rose: i fiori in Moldova sono regalati anche tra uomini e ci sono dappertutto. La moglie, legge la traduzione. E’ stata scritta per lei, nei due anni in cui non si sono visti e lui di giorno lavorava, pagato in nero e la sera scriveva, preso dalla nostalgia.  E aspettando le domeniche telefonare.

I miei conterranei presenti, sembrano frastornati dal gruppo, parlano dialetto, sono ruvidi forse per controbilanciare l’affetto palpabile,  attorno ad un tavolo troppo piccolo per così tante persone.

Della forza di queste presenze ne ho scritto, un anno fa in un post:  Pascha.  Allora mi lasciavo attrarre dalle brigate lungo i fiumi, dai giochi così privi di filtri culturali.  Dagli argini pieni di persone che festeggiavano il sole, la primavera, il tepore dell’aria riconquistato. Hanno una spinta in più, sono determinati dal bisogno, si adattano e al tempo stesso conservano l’identità. Prefigurano il mondo fatto di culture e di duttilità che verrà, se c’è un senso positivo alla storia.

Oggi sento il passaggio di questo compleanno, per Mischa il futuro non sarà semplice, ma cercherà in tutti i modi di lavorare. Non si parcheggerà all’università, accetterà cose difficili per i nostri figli mantenendo i desideri e regolando le aspettative. Ce la farà, ne sono sicuro, ha forza e volontà per andarsene se necessario. Sa che può contare su affetti forti e larghi.

Per qualche motivo oscuro, mi sono sentito voluto bene e a casa.

Auguri miei cari e a quelli che passeranno, state bene soprattutto.