la più classica

 

 

Cosa significa classico in musica, oppure in letteratura, o in poesia? E davvero classico è contrapposto a moderno, cioè necessariamente polveroso?

Per me classico è ciò che muove oltre il tempo, che tocca archetipi, che dialoga con chi ha voglia di ascoltare. Ma come si attua in musica?

E’ la perfezione armonica che include la dissonanza, la simmetria dell’ingegno che supera la variabilità della natura, il dialogo profondo dove chi parla e chi ascolta coincidono.

E’ la bravura, il coraggio, il genio che legge oltre gli altri, la pennellata densa, e il tratto scritto con piuma d’angelo.

Ancora si individua nella coesistenza della pace col fuoco. Oppure nel suono strappato con i denti dalle corde e dall’anima, nel mare di suono che avvolge e risucchia.

Ma è solo suono che parla, stupore della coincidenza ?

 Bernstein non condivide il tempo troppo lento di Gould eppure lo accompagna, accetta il dialogo e la discussione su ciò che può essere, qui classico è comunicazione tra chi suona e chi ha scritto la musica.

Quando è iniziato il mio interesse per la musica lo riservo ai ricordi, però se dovessi individuare la musica più classica che conosco, mi fermerei tra mille indecisioni, su Bach e su questa toccata e fuga in particolare.

 

L’archetipo non muta, è e basta, però si reincarna, ad esempio, nel pop.

 

 

oppure nelle contaminazioni del jazz,

 

 

spesso gira nella notte. 

Avete mai pensato al rapporto tra luce e musica?

 

 

Oppure si pone il problema del silenzio.

 

 

La classica è l’ordine che paziente ri-allinea e dispone: la fantasia del genio che vola e fa volare, senza comunicazione non c’è musica, solo rumore.