per i curiosi

Che università hai frequentato?

Ho frequentato le università di Padova e di Trento, ingegneria chimica e sociologia. Poi il lavoro è stato altro.

7 pensieri su “per i curiosi

  1. Auguri Willy, non sapevo che anche tu fossi ing. chimico. Se non vado errato, sei anche diplomato ITIS prima. Fa piacere sempre llegere di qualcuno con cui si è fatto un percorso di studi simile. Buon 2025 e complimenti anche per la seconda laurea.

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  2. Che dire Willy, arrivato al quinto, la formazione da ingegnere, indipendentemente dal titolo, l’hai acquisita, specie quella da processista (il 5 anno, vecchio ordinamento, su 6 corsi, 4 erano opzionali). Poi capisco che cambiando settore, e formandoti in sociologia hai esercitato mente, spirito e vita in un’altra direzione. Complimenti comunque.

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  3. Ingegneria mi è servita molto, anche a fare il mio lavoro. Stare nelle cose, risolvere problemi e dare loro una dimensione, è stato davvero importante per lavorare. Una passioncella per la chimica mi è rimasta. 🙂

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  4. Si, ingegneria come facoltà e percorso di studi, aiuta molto in quello. Stare sul celebre pezzo 😉. La chimica per contro è più sfuggente, specie l’organica ed aiuta anche ad avere una visione più intuitiva dei problemi da risolvere. Sociologia non ho idea, non avendo studiato, dove aiuta di più pertanto chiedo a te (visioni d’insieme?). Se non ricordo male, e se posso, mi parlavi del tuo lavoro come dirigente anni fa. Potrei sbagliarmi. E nei miei ricordi e nelle mie esperienze da tecnico e ricercatore, ho ammirazione e riconoscenza per i dirigenti che hanno dimostrato di abbinare visioni di insieme e un minimo di bagaglio tecnico o quanto meno un approccio tecnico o pragmatico alla gestione di risorse economiche ed umane. Ho sempre guardato con diffidenza gli adoratori delle soft skills e chi aveva solo soft skills nel proprio arco. Infatti sono coloro che in comparazione agli altri o in maniera assoluta hanno fatto più danni. Alcuni finiti in tragedie.

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  5. Ingegneria mi ha aiutato molto nel lavoro di dirigente, soprattutto affiancandolo ai compiti di consulenza. Occupandomi di sviluppo e riqualificazione territoriale in aree che avevano spesso avuto a che fare con la chimica, l’approccio ingegneristico aiutava sia la visione globale (la complessità implica relazioni causa effetto ed equilibri non sempre facili) che la proposta puntuale. La sociologia mi ha aiutato a imparare ad ascoltare, a vedere le relazioni. Poi nel lavoro di progettazione e proposta gli apporti sono molteplici e serve una sintesi che indichi soluzioni. A dire il vero servirebbero anche interlocutori/committenti in grado di capire che le decisioni hanno tempi di attuazione, ma questo raramente è assicurato. Ad esempio, il nuovo esige formazione è cambiamento di approccio, poi i risultati vengono perché il processi creato è affidabile, far capire che questo crea competenza e “radica” le attività, non è proprio facile.

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