











Nella caserma abbandonata da 50 anni è nato un bosco, ricco di vita, di uccelli e animali che prima fuggivano dalla città. Erano in quel luogo gli antichi orti delle monache Benedettine e le costruzioni della caserma, erano sorte su aree che avevano resistito a invasioni e distruzioni restando fertili e curate. Caserma di cavalleria poi artiglieria ma anche i cavalli avevano contribuito a tenere memoria di vita nei terreni. Con il tempo e l’incuria, nelle stalle, nei magazzini, sono crollati i tetti e poi le travi, ma mentre per terra antichi legni si disfacevano in humus, uccelli e vegetali indomiti hanno rotto il cemento, alberi delle antiche macchie di pianura hanno fatto breccia, diventando rifugio di vita. Il corpo della città è fertile, si fa spazio e se ora anziché tenere il bosco, donare ossigeno e vita alla città e ai giochi dei bimbi vogliono realizzare un parcheggio, bisognerà ricordare che le cose si sistemano, che in un modo o nell’altro l’ordine torna.
Dobbiamo tenerlo a mente.
In fondo bisogna esercitare la pazienza e la speranza, non scivolare nell’ansia che impedisce alle cose di avere un loro senso. Usare la passione per impedire il peggio, sentirsi partecipi di un futuro che ci appartiene attraverso altre vite, capire che nulla, nulla, giustifica lo scempio che compie il denaro quando esso diventa dominio, differenza tra vita e non vita, coercizione a vivere in un conformismo e una solitudine che divora il tempo di ciascuno. E siamo parte di un tutto che ha infinite risorse, con cui bisogna trovare un accordo, perché siamo parte e se diventiamo nocivi, il resto, pian piano si rivolta contro di noi.
La città è invasa dai cantieri, nessuno è coordinato e così le interruzioni, le code immani, lo smog si accumulano nei corpi. I soldi dell’Europa dovevano essere un bene ma il modo di spenderli diviene una fatica per il corpo esausto della città. Si è caricata di costruzioni, le strade strette aperte nella città medioevale servivano per poche auto, ora sono troppe, ma anche nella città nuova gli spazi comuni sono sempre insufficienti agli appetiti immobiliari. In un’altra caserma dismessa e distante dalla prima costruiranno condomini e, dicono che il terreno cementato e offeso diventerà vegetale per farne in parte un giardino. Nella prima caserma la natura aveva già provveduto per suo conto e aveva fatto un bosco che si vuole abbattere, nella seconda si disselcerà, si porteranno alberi nuovi, si eserciterà un dominio che fatto di appalti e di colture importate. Dov’è la logica di tutto questo?
Bisogna ricordarsi, anche nel governare cosa significa vivere nel giorno e nel futuro. Rincorrere l’attimo, la sensazione, l’emozione, trovare il proprio tempo interiore, il battito profondo della nostra vita che accompagna il presente e lì capire le radici del futuro, della specie, del tutto. In questa freccia positiva del divenire, c’è un senso all’ansia di ogni passione delusa e rinata. La fretta viene ricondotta al suo posto: attraversare le strade, inseguire un amore che parte, cercare una cosa che serve davvero subito, riposare gli occhi e il corpo nell’aria e nel verde, ascoltare le grida felici dei bimbi e i bisbigli dei giovani. Occuparsi di sé e degli altri, affidarsi. Avere fiducia nelle cose che sempre trovano un loro posto, nelle persone che guardano con semplicità, nel caso che assomiglia alla natura e al vento.
E fare ciò che si può (che non significa tutto il possibile) lasciando che le cose si posino tranquille e indifferenti anche senza il nostro “decisivo” intervento.
Non c’è buon senso in quello che si sta compiendo sotto i nostri occhi . Non comprendo tanta frenesia, vorrei vedere tanti bambini che giocano nei giardini pubblici senza restare chiusi in casa , genitori più tranquilli e figli sereni . Posso testimoniare con le mie scelte di vita che sono contraria alle spese inutili ,aI centri commerciali, al superfluo che finisce nelle discariche già sovraccariche , ho scelto la semplicità, vivo in un piccolo borgo , dove ci sono diverse aree verdi che resteranno intatte , mi piace camminare a piedi nudi nel prato proprio sotto casa, dove non ci sono segni lasciati da chi non rispetta la natura, mi affaccio e guardo un grande giardino dove ci sono piante di pino nero molto alte, le trovo bellissime. Buona serata Willy
"Mi piace""Mi piace"