Sogno la violenza del silenzio, della riprovazione, della presenza muta che tolga il sonno al potere cieco.
Sogno la consapevolezza che porta l’amore altrove, lo schierarsi senza reticenza e senza passaporto, l’esserci perché non si tollera più la distruzione del presente e del futuro.
Sogno la forza anarchica della risata, che confina nella solitudine del ridicolo i potenti.
Sogno la fuga dal servilismo, l’ostentazione muta del diritto violato.
Non meritano le nostre canzoni, i nostri slogan, gli danno forza, e allora silenzio, rifiuto di collaborare, non violenza. Ogni giorno finche’ non cambia.
P.s. Metto la locomotiva di Guccini speriamo che Sacconi non si preoccupi.
tooooop al posto di risata avrei messo leggerezza, ma io ce l’ho a morte con le risate, mi piacciono i sorrisi, si sa .
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la leggerezza usiamola tra noi Fatj e anche il sorriso riserviamocelo : )
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Ti sorrido allora e mi bevo del buon chianti. Alla tua Willy.
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buona idea!
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massì imbocchiamo la via etilica al socialismo 🙂
bevo anch’io un cabernet alla vostra
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Credo che con un cappuccino di latte di soia e orzo non sarebbe la stessa cosa!
Sogno. Anch’io.
Ciao Willy
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Meno male che almeno i sogni ci sono rimasti.
Passami un bicchiere di cabernet, via.
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