scrivere senza malinconia

Internet, i blog, sono luoghi a basso rischio, a parte la dipendenza e il ruolo di compensazione. Sono un utile allenamento ad altro. Lo scrivere, per chi lo considera importante, e’ fatto di una dimensione personale intima e di una dimensione esibizionista. Per chi scrive da sempre questi temi dovrebbero essere chiari, ma a volte resta un pungolo ad essere differenti.

Il luogo dello scrivere, oltre un sé fatto di pezzetti di specchio, e’ il libro. Per scrivere un libro serve coraggio ed incoscienza, passione ed assiduità. Nel piccolo è consentito bearsi nella frase tornita, nel pensiero terso, ma questo limite e’ furbo, perché evita la fatica di provare a crescere e toglie il rischio dell’ insuccesso. 

Non occorre scrivere libri per forza, ne escono già una quantità inverosimile e per la stragrande maggioranza sono inutili, al massimo cambiano chi li scrive. Del resto il piacere di scrivere è altra cosa, ovunque lo si faccia, può frequentare cose personali o generali, è un discorso a sé, alla propria sensibilità.

Io sento quando le parole mi si usurano tra le dita, quando perdono significato. Cuore, amore, anima, sentire, percepire, e allora devo nettare, mettere da parte questi contenitori e far emergere quello che si agita davvero. Che è fatto di pieghe, di corrugare sottile, di poco e di variazioni. Il diavolo si agita nelle variazioni e il diavolo per chi scrive, è il progetto, il disegno ampio. Che io vorrei lineare e troppo spesso è circolare, come il ricordo e il rimorso.

Porsi dei limiti, sapendo chi si è, fa parte dell’apprendistato, ma superare il piacere ed affrontare fatica e giudizio, su un progetto ampio ha bisogno d’altro.

Altrimenti ci si esprime come si può e, a meno di essere Karl Kraus, si sa che nel breve c’è la nostra altezza.

18 pensieri su “scrivere senza malinconia

  1. VELOCE
    che qua interrompo sempre la concentrazione di preziosità come sono le mie lezioni.(preziosità perchè vi metto anima sapere e denaro).
    Scrivere è Eros e Thanatos.Entrambi seduttivi dis-ambigui estremi solo in punta di fioretto.A buon intenditor poche parole e il resto vada a chi ancora ha bisogno di scuola (della vita vera,intendo)
    Salut.Bianca 2007

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  2. si scrive anche nella mente, ché la mano è troppo lenta. racconti, poesie, frasi apoditticche. per questo non guido. son sempre a pensare a qualcosa. un romanzo a mente diventa complicato. ma a volte ci si riesce. prima o poi lo scrivo davvero. almeno per costringermi a pensare a come va a finire “il mio kiver per un cavallo”.

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  3. “Altrimenti ci si esprime come si può e, a meno di essere Karl Kraus, si sa che nel breve c’è la nostra altezza.”

    La tua altezza di sicuro, in tutti i sensi, la mia molto meno 😉

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  4. per scrivere un libro ci vuole la tecnica, una storia interessante, tanto tempo a disposizione, fosse anche la notte ma ce lo devi avere, il fiato . è come un maratoneta, lo scrittore di libri. deve avere tanto fiato, per sopportare la fatica delle gambe nella corsa, che è lunga. per scrivere un racconto ci vuole la tecnica, l’attimo della storia che sia interessante perchè il racconto non è un libro breve ma un attimo di una storia, tempo medio a disposizione, quindi magari la notte un po’ dormi, fiato velocissimo, che dura l’attimo delle parole che scorrono.
    amore cuore angeli e madonne …amò, ma che scrivi ?????? quanto ama clara esteban trueba e il lettore lo sa, senza che lo scrittore glielo suggerisca ogni pagina, ogni riga. anche nei post è così. mi piacciono gli esteban trueba, lascio i fabio volo…:)
    a bientot…

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  5. Si sentono i faticato legni Signorina Minnie, sono un barbaro, chissà se imparo, chissà se ho pazienza, chissà se ho davvero voglia di scrivere per altri e dedicare loro fatica. Chissà ma il tema non era questo, era la spinta a scrivere e la facilita con cui si esaurisce nei blog et similia. A presto 🙂

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  6. Sento la scrittura come un parto, per cui quando i tempi giungono sto male se non “porto fuori” da me quanto ormai ha preso forma. E’ vero però che la struttura di un blog è diversa da un libro, a partire dal “concepimento” delle parole… Ancora una volta mi fai riflettere, come la donna al tavolo, nel quadro alle tue spalle… A presto, Es.

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  7. fuori tema la signorina minnie 🙂 anzi si dice OT, off topic. vabbè, sii paziente con una signorina d’antan 🙂 prendilo come una disconessione neuronale, o come la lezione holden number one :)… quindi sempre incinta signora treno espress? che voglia ehhhhh………

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  8. Per me scrivere un blog è stato un ritorno alla scrittura, un tentativo appunto a basso rischio – di andare oltre non lo consideravo e credo di non considerarlo tuttora seriamente.
    Dato per buono che per esporsi (scrivendo, fotografando, pitturando, facendo musica…) ci vuole quanto meno il narcisismo di pensare di aver qualcosa da dire, non è detto che questa necessità debba essere sempre portata alle estreme conseguenze.
    In campo matematico scrivo libri, ma quella è un’altra storia.

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  9. Perché rifiutassi il piacere di scrivere o quello di fotografare o altri piaceri che hanno appropriata dimensione? Arricchiscono, a volte integrano o sostituiscono, basta che restino passioncelle. Un piacere per l’appunto.
    🙂

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  10. Scrivere è sogno. Come la vita. E’ trascrivere sotto dettatura urgenze interiori . E’ fatica è cantiere è dolore è non solo lineare ma anche circolare, perchè devi rientrare in te stesso e poi andare diritto, per poi dover tornare , e riandare. All’infinito, nella convinzione narcisista e masochista di essere unico. Scrivere è un’ipoteca d’immortalità. Vacua e schiacciante.

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  11. Or ora ho scritto un messaggio ad un amico su questo tema..per me il blog non è solo una vetrina di belle parole o di suggestioni e acrobazie letterarie..ma, mi piacerebbe fosse il posto dell’anima. Uno spazio in cui si condividono emozioni, intuizioni, esperienze, stati d’animo… un dare e avere attraverso la magia delle parole. Io scrivo i miei stati emozionali, li regalo a piene mani…è un uscire da me per entrare negli altri e far entrare i pensieri degli altri nel mio percepire.E in questo trovo un sottile piacere. 😉

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  12. E’ un bel modo di scrivere Vera, i tuoi amici lettori lo sanno, come sanno che nelle tue parole troveranno te e non altro, bisognerebbe sempre essere generosi nel vivere come nello scrivere e lasciare che sia la gioia di dare che supera la paura di non essere compresi

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  13. ” A scrivere si fa così: si dorme un pochino
    si resta in attesa con mani perfette vuote”.

    Questa piccola poesia di Mariangela Gualtieri suscita in me una suggestione lieve e piacevole.
    Dello scrivere amo anche le pause. Gli spazi vuoti. Il respiro che aleggia tra le parole dette e quelle che si annunciano.
    Ciao Willy
    .

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  14. Ho scritto un libro, un romanzo. A partire dal 2003-2004.
    Corretto, visto e rivisto.
    Sta lì.
    Non l’ho mai fatto leggere a nessuno e mai lo farò.
    Ne ho pubblicato solo degli stralci sul blog.
    Troppo “mio”.
    Carne viva.
    Non ce la faccio,
    Un dono per me da me.
    Oppure un testamento.

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  15. Ogni scrittore ha un fantasma, Maria, e ti capisco benissimo sui doni “per me”. Un tempo li chiamavo conti da regolare, ed erano un braccio di ferro con me, una ricerca della mia dimensione. Tu sai quanto apprezzo la tua scrittura, spero che un giorno tu riesca ad abbandonarla agli altri, darle la possibilità di vivere altrove. I testamenti non servono perché chi li scrive non c’è, i doni per se stessi invece sono importanti. Chiediti, :-), qual’è il dono che vorresti farti davvero.
    Stai bene Maria, stai bene. Un abbraccio

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  16. Il dono che vorrei farmi? Ora adesso stanotte.
    La salute dei miei, prima di tutto.
    La mia serenità che vacilla.
    Sentirmi parte del mondo e non più aliena,
    ma in primis, e qui dimostro tutta la mia immaturità, l’amore di chi non mi ama.
    E lo vorrei ora adesso e, forse, per tanto tempo.
    Mi manca, Willy.
    Cosa diavolo si fa in questi casi e quando tutto sprofonda e ti cade addosso?
    Sto perdendo la voglia di andare avanti per la mia strada,
    Sono stanca,
    Forse stanotte vorrei anche solo riuscire a dormire qualche ora,
    E svegiarmi con il sorriso mentre Molly, la mia cucciola di due anni, mi dimostra l’amore più semplice e generoso.

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  17. difficile l’amore di chi non ti ama, Maria, meglio puntare sull’amore di te, sul volerti bene. Lo sai che il problema è da quelle parti, Chiediti bene cosa ti manca e soprattutto cos’hai. Hai molto e risorse grandi dentro di te. Lasciati voler bene e basta. Almeno per un poco, finché torna la luce. Ti abbraccio Maria, fa che sia una buona giornata

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