il perimetro dell’amore


In quanti modi si dice ti amo? In quante maniere si ha rispetto della parola e si usa il silenzio, l’eufemismo, il gesto, lo sguardo, l’attesa, il rifiuto, la violenza verso di sé. Fino alla rinuncia. Non parlo della violenza dell’amore che si esercita sull’amato, e che toglie, sottrae, limita, acceca, ferisce, uccide. E’ amore deviato, tossico senza futuro e senza amore, perché caratteristica d’ogni specie d’amore è la cura. E’ l’occuparsi dell’amato, sentirlo importante, non compiacerlo, non viziarlo, apprenderlo, crescere assieme a lui.

Qual’è il perimetro dell’amore, che si vorrebbe definire infinito?

Noi siamo il perimetro dell’amore, con quello che ci appartiene, che esprimiamo, che raccontiamo a noi stessi, sentiamo, crediamo. E se la consapevolezza di questo perimetro è la percezione dell’intangibile, allora abbiamo tolto la parte romantica e falsa all’amore, ovvero quella che non abbia limite. Il limite dell’amore è la dignità di chi lo prova, quella dignità  per cui si può cambiare, ma che non si deve snaturare, quel limite da accarezzare, ma non abbattere. E la libertà di entrambi, quella che si dona consapevolmente, è la comprensione di quel limite.

 


 

11 pensieri su “il perimetro dell’amore

  1. Mi faccio aiutare da Erri De Luca, per la sua visione ad angolo. Così la vedo io: due semirette che formano un angolo, e in quanto tali delimitano si uno spazio, ma allo stesso tempo, partendo da un punto arrivano all’infinito.

    “Ci si innamora così, cercando nella persona amata il punto a nessuno rilevato, che è dato in dono solo a chi scruta, ascolta con amore. Ci si innamora da vicino, ma non troppo, ci si innamora da un angolo acuto un poco in disparte in una stanza, presso una tavolata, seduto su un gradino mentre gli altri ballano”

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  2. Bella questa cosa delle semirette, ma mi fa venire un complesso assurdo cioè: se io prendo due semirette e le unisco in un punto ottengo due angoli e se poi io penso che il nostro angolo sia alfa e l’altro pensa che il nostro angolo sia beta? E’ una tragedia.

    Mi hai confusa. 😀

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  3. Ma lo sai Coltrane che, non per questo post, ma per il penultimo, al posto di diana krall c’era Chet Baker?
    Sempre con almost blue. Consonanze.
    Bello il video e la citazione. Grazie 😉
    @Faty, un poca di flessibilità, non finire nella parte ottusa dell’angolo 🙂

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  4. Son pur sempre un ingegnere su certe cose bisogna essere chiari. E comunque io sono per una battaglia a favore degli angoli ottusi da tutti osteggiati… 😛

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  5. l’angolo ottuso è aperto di suo ed è pure sguaiatamente allegro :-),
    non ha bisogno di speranza, casomai di limitare quel penetrante fratello che vorrebbe a sua volta diventare ottuso.
    Segno che l’intelligenza è una qualità recessiva nell’evoluzione.

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