Appartengo alla generazione di coda del ‘900, quella che basta un manuale Hoepli e costruisci una nave spaziale, piastrelli il bagno o distilli in casa profumi e grappe. Eravamo gli ultimi devoti alla potenza dello scritto, alla trasmissione del sapere codificato. Pensavamo che da qualche parte ci doveva pur essere, nell’antico Egitto, una lunga sequela di geroglifici che, oltre ai soliti salamelecchi scaramantici, descrivevano minutamente come costruire una piramide in casa. Leonardo non faceva forse così? E tutti prima e dopo di lui, scrivevano come si faceva, cosa serviva, quindi questa era la civiltà. Ikea ha avuto successo perché è l’evoluzione pratica della generazione del manuale, ha aggiunto i pezzi di legno, la scatola di montaggio ed un sapere volatile che si butta con il manuale.
Adesso You tube mostra come si fa, la rete mostra come si fa, B. non mostra come si fa, ma lo fa intuire. Però vuoi mettere la sicurezza di un libro che sonnecchia pronto ad essere agguantato d’entusiasmo. Anche se poi sbollirà il tutto, già l’acquistarlo è il preannuncio del piacere dell’oggetto. Con il mio capo d’un tempo, abbiamo fiaccato commessi di librerie per avere manuali con disegni grandi come un appartamento, era il necessario grafico per costruire un gozzo, oppure una deriva. Il bello è che lui l’ha costruito davvero; alla fine gli sarà costato tre volte quello che poteva acquistare in un cantiere navale, ma per due anni ha piallato, graffato, saldato, avvitato, bestemmiato, infine varato, e poi venduto. Perché in fondo mica gli interessava tanto quella barca, voleva solo capire se era capace di farla.
E il sapere pratico si sedimentava nelle dita. Una conoscenza del fare, figlia della società dell’uso. Se penso ai danni fisici, ai tagli da scalpello, alle scottature da stagno, ai cacciaviti on ice che puntavano alle dita, ai fili con corrente, ma non l’avevo staccata, comunque non prendo la scossa, che stecca! ecc. ecc. E il manuale stava lì, consolante e solido, enigmatico nei casi concreti, ma faceva parte dell’intelligenza in fieri, quella che sarebbe arrivata con la piena comprensione del come si fa. Tutto travolto dalla società dei consumi, oggi fare non è più necessario, basta avere denaro per comprare, anche far di conto o scrivere non è più necessario, neppure imparare una lingua. Basta un traduttore, una calcolatrice, un correttore di testi.
Basta? Sono un dinosauro, me ne rendo conto.
Sono un fans dei fratelli Cannone, se ti sembro enigmatico è perchè voglio esserlo.
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adesso sono curioso Gians. ho pensato ad una casa editrice , ma ho capito che sono distante dall’arcano. Sciogli l’enigma 😉
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Ce ne fossero di dinosauri come te, Roberto! 🙂
Anch’io sono della generazione di … coda e anche a me piacciono di più i manuali cartacei …
Buonanotte, ciao
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Radio due al mattino..
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Preso in castagna Gians, ascolto quasi solo radio tre, e capisco che divento sempre più fuori tempo. La curiosità continua, che fanno i fratelli Cannone? e a che ora?
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Il passato pesa poco, ma dinosauro lo sono: troppo figlio della mia epoca. Sui libri sfondi una porta aperta Rita, per me il libro è ancora la più importante invenzione dell’umanità.
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Riparano tutto, tutto, tutto.
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