Tra poco sarà l’ora delle terre brune,
di scarpe pesanti per fanghi incipienti.
Tra i colli, le ore si sono raggrumate nella luce,
mentre i giorni si giocano il tiepido, alzando la posta con l’inverno.
Salgo, e la pianura risucchia il rumore,
l’autostrada distante, i lampi delle carrozzerie in corsa,
le case che diradano, i cani che s’annoiano senza padroni.
Vorrei fermarmi per lasciare che la vista m’ invada,
mi ricopra e m’attraversi,
di verdi, di bruni, di cielo che ancora non ha timore,
nel vago senso che finisce il giorno.

bellissima
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l’hai inventata tu la poesia?
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certo, piccola Jo 🙂
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beh, mi piace un sacco! me la appunto!
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