Di me tu conosci solo l’aggrovigliare dei pixel.
Dovresti cercarmi tra i colori complementari, nelle foto, nelle pause di sospensione, nelle musiche che m’accompagnano, nelle sequenze dei titoli che sono poi, le mie dichiarazioni nel bridge della vita.
Se davvero t’interessa.
Provando e riprovando senza imparare molto, questa è la vita mia, non quella immaginata.
CARO WILLY
(coyote),c’è sempre qualcuno che si ritrova “vero” in qualche titolo buttato giù senza pensarci troppo,in qualche foto bella per un tempo da ricordare (ma non troppo) che il fiume scorre,uno Stevenson che ci dice più di quanto si conosca rileggendolo senza immaginare quel che è la vita nella sua unica irripetibile avventura fatta di tutto e di niente.E può essere un koyote che gioca agli indiani e sempre vince-perde o a farfalla che non si cura del suo giorno breve.Nulla cambia del gioco avuto dal destino o da un demone (bonario oppure no) nella partita a scacchi con la “Magnifica Signora” quando arriva e chiede sorridendo o con indifferenza il conto.Personalmente mi trovo in sintonia con Cardarelli quando disse e lasciò convinto del suo dire “Arditamente mi spinsi finchè mi resse il cuore”.Ciao in una torrida giornata di luglio plagiando Giancarlo De Cataldo che sicuramente mi perdonerà il bruciante ardire..Bianca 2007
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