l’altra faccia della crisi

La crisi picchia, quasi mille posti in meno nel settore, senza distinzione di nazionalità. Nell’impero della lega, i moldavi e i senegalesi, costano meno e a volte, durano di più. Decine e decine di aziende chiuse, non ci sono possibilità di ripresa a breve: un bollettino di guerra. Le famiglie dei caduti sono avvertite, meglio  abbassare per un po’ il tenore di vita.

La sede è prestigiosa, un sacco d’invitati, le hostess in tubino nero, quasi nude. Tra le lamentele, i saluti e i sorrisi, lampeggiano i rolex d’oro. Qualche improbabile fidanzata, 2/3 rifatta giace silente in fondo sala. Non si stava dicendo che ci si salva con le manutenzioni: cominciamo dai corpi.

Segue cena nel parco, gli invitati sciamano tra verdurine fritte e prosecco. Si parla di barche e di case affare, gli antipasti solleticano come gli amori, torna l’ottimismo della vita.

Tranquilli, non sputo nel piatto in cui mangio, casomai in quello del vicino.

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