Dribblare come un funambolo oppure entrare sui parastinchi, a gamba tesa, sapendo che qualcuno si farà male. Funziona così. In campo i desideri stanno al loro posto, ma conta ciò che siamo e sappiamo far davvero. Però non prendiamoci troppo sul serio. E’ un gioco, finisce quando si vuole. E’ solo un gioco, dove non si ride a comando.
Nelle astanterie degli ambulatori, si mostrano le ferite decenti, quelle profonde le lasciamo al medico che non ha pietà.
E’ solo la nostra vita, importante per noi, da giocare come ci viene. Ma non prendiamoci troppo sul serio, nessuno più di noi, sa quando bleffiamo, come trucchiamo le carte per vincere allo specchio. All’ironia dei cannibali, che abbiamo chiamato autostima, un po’ di misura non guasta, ed in campo tra le gambe e la palla si sceglie secondo inclinazione, perché tra tante giocate pur vincere bisogna.
p.s. mi piace scartare, giocare sulla palla e non sul piede, anche quando faccio il terzino. E soprattutto, non mi prendo sul serio.
L’ARTE
mette sempre a prova l’abilità dell’artista nell’imitare la verità.Basta però un dettaglio trascurato per rendere in forse la “magna” opera e in forse anche la vincita di una partita.Però non so se ho ben capito il “senso” che tu hai voluto dare al post.Bianca 2007
"Mi piace""Mi piace"