Salvarsi è una parola che conosciamo bene tutti: la usa chi fugge e chi combatte, chi s’ abbandona fidente nella clemenza e chi rivendica il libero arbitrio. Salvarsi è sempre transitorio, oltre il pericolo immediato subentra l’abitudine, la certezza. E chi dubita non si salva, deve almeno credere in sè.
Credere in se stessi è un’attitudine che si impara da piccoli. Se non ci si riesce si è condannati a non poter nemmeno sperare nella salvezza. E a fuggire inutilmente.
Buona giornata, Willy.
secondo me ci si salva se ci si perde. e poi in fondo ci si può salvare solo da se stessi. dagli altri è transitorio e forse poco significativo quando non è strettamente materiale.
credo.
come sempre.
ma credo anche che sia importante credere o non si è convinti e se non si è convinti non si fa, né tanto meno si ottiene.
così.
bah!
Credere in se stessi è un’attitudine che si impara da piccoli. Se non ci si riesce si è condannati a non poter nemmeno sperare nella salvezza. E a fuggire inutilmente.
Buona giornata, Willy.
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‘salvarsi è sempre transitorio’ me lo tatuo sul bicipite destro. Posso?
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certo Michela, magari con la biro 🙂
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secondo me ci si salva se ci si perde. e poi in fondo ci si può salvare solo da se stessi. dagli altri è transitorio e forse poco significativo quando non è strettamente materiale.
credo.
come sempre.
ma credo anche che sia importante credere o non si è convinti e se non si è convinti non si fa, né tanto meno si ottiene.
così.
bah!
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chi dubita si salva
sì, si salva
si salva dalla banalità del male
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