Ultimamente discutiamo spesso del limite dell’impegno. E’ stanchezza, rifiuto dell’essere sempre disponibile, reazione ad un mondo in cui quelli che sono sopra il carro non scendono mai a spingere. La domanda è: perchè devo ancora? Perchè non abbiamo alternative, rientrare significa ammettere la sconfitta nostra e di quello in cui abbiamo creduto.
Mi dici: abbiamo cominciato presto, néanche a 20 anni ed ancora adesso porto avanti impegni nati quando di anni ne avevo 34. Sono stanca, dopo 26 anni ne ho il diritto, dove sono i trentenni? Già dove sono? Quelli che vediamo all’happy hour non c’erano neppure allora nei cortei, nella protesta, nei gruppi, ma almeno in quegli anni potevano pensare a sè con maggiori possibilità di successo. Quelli di adesso, i nostri figli, sono persi nella ricerca di un lavoro, cercano di stabilizzare vita e affetti fuori casa, agiscono pensando ad una mobilità sociale che non esiste più. Mica lo sanno e noi non glielo diciamo, ubriacati dalla tv e dai miti di successo, che oggi solo le arti liberali si riproducono e neppure i figli degli operai possono pensare di fare a loro volta gli operai. Come vuoi che ci sia solidarietà, apertura verso gli altri se il messaggio è chiudersi nei propri recinti, rifiutare il diverso, perseguire il proprio futuro senza chiedersi cosa ci sta accadendo, proclamare la superiorità della nostra cultura e identità. Abbiamo confuso il benessere con la crescita umana, accettando che prima le ideologie e poi le idee fossero demolite sull’altare dell’avere. Siamo pieni di oggetti a basso prezzo che ci invadono le case, e sarà sempre più così perchè Cina ed India divoreranno materie prime per crescere nell’inutilità e nella bulimia dell’occidente. Avremo un mondo di rottami senza senso perchè la coscienza dell’essenziale è scomparsa dalla nostra educazione: ci hanno resi famelici e insoddisfatti e i nostri figli avranno sempre più cose di cui non sanno che farsi, spinti verso la virtualità da un mondo che rifiuta la possibilità di essere e di crescere nel reale.
E tu vorresti tornare a casa, dire che hai già dato, ma per quanto ti basterebbe? Lo sai da sempre che ci sono quelli che non ti invitano mai e che però troverai sempre a casa tua. Il mondo è fatto così c’è chi prepara da mangiare e chi si siede a tavola: accetta la tua maledizione, non puoi non esserci, dovrai combattere sempre, come i veterani che aspettano rinforzi, fino all’ultima battaglia.
C’è sempre un tempo per tornare, ma non è questo.
p.s. se avete occasione ri-guardatevi Quinto potere di Lumet e pensate al ruolo della televisione…
c’è un articolo oggi su affari&finanza che parla in termini drammatici della situazione del lavoro dei ragazzi under 34. penso che non abbiano tanto tempo di raccogliere anche il testimone delle battaglie civili di questo paese. i più fortunati emigrano, vanno in paesi europei o nelle ammmeriche, gl’altri tentano di ritagliarsi un posto qui. tentano.
continuiamo noi, che così vecchi non siamo, e i ragazzini dell’onda, che fanno un gran casino.
e fa malissimo i pd ad ignorarli, a lasciarli in mano ai centri sociali.
te ne parlo vedendo violetta e i suoi giovani compagni, che fanno un gran rumore, kollettivi, conferenze stampe, cortei, proteste , ma l’unica sponda che trovano sono i centri sociali.
non mi sembra un gran che.
adesso lavoro..finito il caffè d’orzo 🙂
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oggi Guidi, Confindustria, ha detto su Affari Finanza, che i giovani devono preparare la valigia ed emigrare, cercare il lavoro dove c’è e questo mi pare un gran bel programma di sviluppo competitivo. Tu non sei vecchia Minnie, ma quelli come me, che hanno 10 anni di più, le domande se le fanno, perchè il 7° cavalleggeri non arriva mai, e le munizioni scarseggiano. Comunque non potremmo fare altro, imprinting…
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RICORDO MOLTO BENE QUEL FILM.
Sraordinario.Credo che,chi ha fatto della propria esistenza un’impegno costante a farne esperienza di se e del mondo non potrà mai esimersi dall’agire e al di là di quello che ci hanno detto o propinato perchè anche della propria intelligenza si è fatto un modo costante d’essere protagonista e mai serva di altri,svincolata da ogni potere nella necessità di comunicare in una stessa lingua conoscibile per lo stesso bisogno di farsi comprendere e capire,viva e attenta a tutte le più svariate forme di comunicarle nella dinamicità che ogni nuovo comporta.Bianca 2007
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ecccchessaraaannnno mai 10 anni in più????……arrivano rusty e rintintin..falli crescere un attimino …..ho letto anche Guidi, come dire Confindustria.
questi sono i veri problemi del paese, ma intanto ci balocchiamo con i processi..tanto i figli del nano sono piazzati , che gli frega a lui
bonne soiree…ragazzino 🙂
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Nonostante non mi annoveri da tempo tra i giovani, guardo la valigia con crescente interesse.
Se ci sarà la nostra Little Big Horn, vorrei non essere qui.
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Lo ricordo abbastanza ma non tanto da potermi permettere di non rivederlo.
Il futuro dei nostri figli, paventato in maniera eccellente, mi riempie di angoscia autentica. Io stessa non scaglierò mai la prima pietra: di errori ne ho commessi già tanti.
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Dove andremmo e cosa faremmo tornando a casa?
andremmo a chiuderci in un isolamento virtuale fatto di libri e leggende da noi stessi scritte e interpretate?
se anche dovessimo scegliere di non tornare solo per non constatare la sconfitta e la solitudine sarebbe comunque una scelta e non una resa.
…però un po’ sulle stelle mi ci sento sempre…
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