dizionario personale: comunicazione

Nel più grande giacimento di parole creato dall’umanità, basta avere la coscienza che non resta nulla, o quasi, di importante.

Ciò che scrivo su questo blog è quindi, prevalentemente per me, non cambia chi mi sta attorno, al più, come ogni scrittura, cambia me. Se parlo di politica, di entusiasmi, di sentimenti, di cose che mi colpiscono, sento il limite che esiste nella comunicazione: cerchiamo negli altri dei pezzi di noi stessi. Oppure ascoltiamo e ancora cerchiamo pezzi di noi in quello che sentiamo. E così nel leggere, nei film, a teatro, è un continuo ricercare tracce ed immagini di noi in quello che ascoltiamo, vediamo, leggiamo. Come se fosse con noi la comunicazione e coincidesse con la nostra vita in cerca di conferme.

Ogni tanto qualcuno mi dice che sono incommentabile ed è una conferma di quello che penso: ciò che trasmetto è uno scrivere pensieri che neppure si cura di essere chiaro. Ma non può disperare chi accetta di essere letto perché è un illuso che conserva la speranza nella forza salvifica della parola: il ponte che attraversa l’abisso di due mondi separati. Quando questa sensazione passa,  allora subentra la consapevolezza che mi scrivo addosso e che la sua utilità è capire un pezzetto di più. Non è nè poco nè  tanto: è il limite e basta esserne consapevoli.

3 pensieri su “dizionario personale: comunicazione

  1. ho sempre pensato e stradetto che chi scrive un blog debba essere per forza di cose : a) uno che ha da dire cose interessanti b) che sappia scrivere in modo accattivante c) che accetti di condividere le proprie esperienze e il giudizio altrui d) che ribadisca il concetto a chi gli sta accanto che non se non è in grado di accettare il lato oscuro dello scrittore si astenga dal leggere e) che per forza di cose andiamo a leggere, vedere , ascoltare, qualcosa in cui in qualche modo ci riconosciamo..penso sia la natura dell’uomo trovare una qualche condivisione f) scrivere è catarsi.

    come dire, concisa :))

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  2. E SI LEGGE
    per scoprire dell’altro un pezzo di te dentro le righe di un’umanità intra-vista senza maschera.E si scrive per urlare o sussurrare la propria umanità scoperta o velata che l’intuizione di chi legge saprà farne un’ opera d’arte o solo un attimo di abbraccio vero da portare nel cuore perchè scaldi quando l’inverno arriverà.Un ciao portato sull’ala di una rondine di tardiva primavera.Bianca 2007

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  3. Letto e approvato.
    In questi mesi di avvocati e notai, leggere e approvare
    non è sempre stato letto ed approvato.

    Qui sì.

    ‘notte

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