Riassunto: La violenza della contrapposizione entra nella vita quotidiana, gli avversari diventano nemici, la discussione, scontro. Questo degrado dei rapporti si origina nella politica e nell’uso distorto dell’informazione, nell’aver collocato fuori dal giudizio chi detiene il potere, nell’aver permesso la violenza verbale, nel dare credito alle parole e alle ritrattazioni continue, nel rifiuto e persecuzione del diverso.
E’ iniziata la guerra. E’ iniziata in un terreno inatteso, ricco di furbi e distrattori: l’informazione. E non ci saranno tregue. D’altronde è dalla nascita della stampa che le idee hanno avuto finalmente una connessione rapida con altri cervelli diffondendo i virus del cambiamento, cambiando le idee e il corso della storia. E i potenti usano l’informazione e la temono, fino all’omicidio delle idee e degli uomini, e sopprimono i giornali, bruciano i libri per bruciare i pensieri molesti Ma prima passano attraverso la manipolazione, il culto della personalità, la creazione del consenso. Goebbels fu lo strumento necessario per il nazismo, più dell’asservimento dei giudici e della legge, piegò il popolo verso il capo facendo risultare devianti i diversi e i dissenzienti. Ma questo è nell’ordine delle cose, la violenza è altra. E’ quella che da tempo si insinua nella testa di ognuno: ora che il campo è definito e la parola è passata allo scontro frontale, i distinguo impallidiscono e si è dall’una o dall’altra parte nella contrapposizione che offuscherà le ragioni a mezzo. E questo campo di battaglia si trasferirà nei luoghi di lavoro, nelle amicizie, , tra vicini, dentro casa. Questo “capolavoro” ha avuto molti contributi ed ora è terreno fertile per disgregare, sopprimere. La violenza semplifica la ragione. Il mio dissenso ora è privo di sorrisi, la lettura di un giornale è appartenenza radicale, alimento la violenza con la violenza che ricevo e vedo. Così ci si chiude nel fortino delle idee che fanno appartenere e quando si esce, quelle idee diventano armi contundenti. Chi attacca pensa di vincere, ma non è conscio del disastro che genera la violenza. L’idea che si fa strada è di non fare prigionieri, di non avere limite,di continuare fino alla distruzione dell’avversario. Ma questo non è il mio mondo, non sono le mie regole, la violenza sta distruggendo le mie convinzioni. Esiste un 30% di italiani che non condivide, che pensa altro rispetto alla maggioranza, ma anche questi muteranno nei rapporti quotidiani, nei gesti, nel pensieri. La guerra combattuta con la delazione, il fango che schizza ovunque e imbratta tutto e tutti, non fa crescere. Rende tutti peggiori fino a considerare gli avversari senza speranza e quindi molto peggiori di noi. In questi casi è l’eugenetica che soccorre le idee senza fondamento e fa considerare lecito ciò che prima era riprovevole. Non la voglio questa violenza che mi cambia, non voglio che la mia casa sia piena d’odio, ma ci cotringeranno a schierarci senza critica e allora non si torna indietro. Lo chiedo a chi ha votato destra: ma ne valeva davvero la pena di creare un capo collocato fuori da leggi e regole comuni, che neppure i suoi possono contraddire? E’ questo lo stato liberale che mancava a questo paese?
No, non ne valeva la pena.
Come spesso accade, è chi spera di raccogliere le briciole che fa i danni più grandi.
Ma che fatica, andare daccapo alla guerra.
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scolta, quello che mi fa morire è che apparentemente persone come rob e come te lo sapete che fare, una volta giunti ai posti di combattimento.
ma la mia truppa temo di no. aderiamo ai gruppi di fb e andiamo in giro con l’utilità e la serenità di polli decapitati.
molto spargimento di sangue.
consigli operativi?
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verificare se le unità di combattimento sono tali. ad esempio nel pd, Marino, può confacere? Limitato dicono i soliti che hanno perso tutto il possibile. Ovvero a sinistra, infortuni a parte, sinistra e libertà resisterà all’autunno e riuscirà a riunire chi pensa di fare opposizione con una visione socialista? Ora sono per i piccoli gruppi che si allargano, che analizzano e discutono. E poi fanno resistenza ragionata, cercando di capire dove siamo finiti, perchè e cosa è possibile fare. I diritti, ad esempio, sono un tema cruciale per fare politica, come il fatto di rinnovare chi la fa.
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aye aye sir
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