Anche se difficile per una razza di prevaricatori, rivendico la simmetria nei sentimenti. Nello scandaglio di questi anni, e accelerando, a partire dalla mia generazione, gli uomini si sono decorticati. Chi sapeva e voleva, chi non sapeva e subiva. Ricondotti nel ruolo di prevaricatori, di maldestri utilizzatori dei sentimenti, incostanti, immaturi, irresponsabili, riconosciuti incapaci di pari sensibilità con le donne. Man mano diminuivano i vincoli delle regole economiche, la convenienza delle unioni, la superiorità femminile nei sentimenti, è emersa come valore superiore. Nelle donne e negli uomini. Oggi in pieno guado, non so chi sia più smarrito, se chi aveva un ruolo ed una presunta superiorità, oppure chi ha la necessità di riconoscersi in nuove funzioni sociali e personali restando fedele al proprio genere e alla sensibilità particolare attribuita. E non basta rivendicare la differenza, perchè nel pensiero c’è stato un abbassamento verso l’eguaglianza di genere: gli uomini da una parte, le donne dall’altra. Molto resta da fare per l’effettiva parità, ma cosa comprenda davvero questa parola mi sfugge. E’ la diversità di genere posta sullo stesso piano, è eguaglianza di diritti sociali, economici, politici? E’ il rispetto della persona, riconoscimento del ruolo produttivo e riproduttivo? E’ riconoscimento delle differenze e del loro valore? Credo sia questo e molto di più, ma su una differenza riconosciuta non trovo conclusioni: è poi vero che le donne sentono di più, e non solo diversamente, i sentimenti?
Non posso fare a meno di dare un super dieci a questo tuo post: finalmente si parla in modo non consueto e non retorico, non arroccato su opinioni già abbondantemente espresse da troppi- e spesso sono opinioni prestate e rivisitate senza intelligenza- e, soprattutto, si esprimono perplessità a tutto campo.
Le tue domande -e qui mi viene di dire: “finalmente le domande!!!”- escono dalle logiche già amministrate e le sento mie, qui da quest’altra riva, quella femminile per capirci.
Una volta ho scritto che ciò che più desidererei veder realizzato è il riconoscimento di donne e uomini come Persone, alla stessa maniera significanti. Non intendevo allora rigettare le differenze che ci sono, innegabili e importanti, ma solo puntare l’attenzione sul concetto di parità reale che per me coincide con l’essere considerata prima come entità Persona e poi come genere.
Un abbraccio
Tereza
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…mi permetti di inserirne uno stralcio sul mio blog?
Ovvio che citerò la fonte!
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ecco. come dire anche gli uomini piangono, come i ricchi e le bambine. che si è stufi di sentirsi dire ” ma tu non sei una signorina che piangi ” quando ti sei sderenato le ginocchia per l’ennesima volta…:))
non penso che le donne siano unte dal signore per i sentimenti : forse, per una questione di selezione della razza e di sopravvivenza, vengono esternati in modo diverso.
diverso il discorso sull’eguaglianza in campo sociale ed economico. siamo bravissime a fare le infermiere e le dottoresse, ma se scorri l’elenco dei nomi dei primari ci trovi tutti maschi. Ma quanto siamo brave a fare le ministre delle pari opportunità, dell’istruzione, della sanità, ma guarda caso non andiamo agl’interni, alla difesa, all’economia, alla banca d’italia, agl’esteri ( aperta parentesi..penso a quel cretino di frattini e a sottosegretari come la boniver, l’agnelli, la bonino. chiusa parentesi), per non parlare di fare la prima ministra o la presidente della repubblica : non ci riuscì neanche la nilde, figurati la carfagna.
è vero che siete discriminati negli asili nido e alle elementari e forse alle medie, dove la maggioranza è bulgara, ma vi rifate come ceo di banche, assicurazioni, industrie pubblica e private.
come dire, willy?…non è un paese per donne e bambini, questo. sui sentimenti possiamo darla pari e patta, ma non consola granchè.
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passo per un saluto. non ho letto il post, ho tempo che mi rosicchia le spalle e leggo solo il post.
uomini. mi pare che tu ne sia un ottimo esemplare. tieni alto il nome della specie Willy và. un bacio
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secondo me le donne non sanno ancora dirsi.
se è vero, e io ritengo che sia vero, come dice virginia woolf, che siamo cresciute in un mondo dove la parola scritta è quella maschile, le donne ancora faticano a trovare la loro espressione.
siamo cresciute in un mondo dove la letteratura, la grammatica, il corretto esprimersi è quello maschile.
perché è solo attraverso la parola scritta che il pensiero prende forma e cambia e socializza l’indivduo. forse noi donne dovremmo imparare ad esprimere “letteralmente” la nostra forma mentis. qualcuna già ci riesce. un libro bellissimo in tal senso è quello di herta muller, il paese delle prugne verdi, keller ed. non parla di donne, parla di persone e pensiero. una meraviglia, comeplicata come può apparire complicata la testa di una donna solo perché non è come quella maschile logica lineare e visiva -e moltro altro ancora ma vabbè-.
sui maschi scriverò, anzi ti dirò, adesso ciao! 😉
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