Emergono da vecchie riviste e depliants gli stati dell’arte: la grafica di Atari, db3 per i data base, mathcad4, programmi di scrittura, modellizzazione, giochi. Tutto è stato insuperabile per pochi mesi, poi cancellato dalle nuove meraviglie e scordato. Penso a chi ha lavorato in questo campo, come in altri, dove la corsa non si ferma ed accelera all’infinito. A come si sono sentiti ogni volta, alle notti insonni, alla soddisfazione o alla delusione del gioco dell’oca dei risultati, poi la consegna al marketing, le presentazioni in pompa magna, i gadgets, la corsa all’acquisto. Tutto esaurito in pochi mesi.
Avete presente uno spruzzo di gas freddo nell’aria? Una nebbiolina che si dissolve e lascia un lieve sentore di fresco. Ecco ciò che resta dello stato dell’arte.
E’ anche ciò che resterà di noi, credo.
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