lui aveva

Lui aveva un’amante.

Un buon lavoro, una moglie, una casa, due bambini. E adesso aveva un’amante.

Spesso andava a Milano, apriva il net pc al ritorno e guardava i messaggi, le lettere, le foto. Guardava, pensava, chiudeva. Poco prima di Bologna prendeva il cellulare, chiamava a casa, ascoltava i bambini che vociavano entrambi. E lui li quietava, o almeno ci provava, pensando alla domenica, al verde, alla casa in collina della zia. Poi parlava con la moglie, rispondeva che no, non mangiava neppure stasera. Sarebbe rientrato tardi,ma che non si preoccupasse. E alle rimostranze di lei, manteneva lo stesso tono, ci sarebbe stato tempo per loro, per i bambini, che crescevano e lo adoravano. Si certo lo sapeva, che chiedevano di lui, domattina li avrebbe svegliati e poi portati a scuola. Buonanotte adesso, che non l’aspettasse sveglia, avrebbe fatto tardi.

Lui aveva l’amante.

Il vagone era sempre affollato, facce disfatte, pensieri come olio. I pensieri dei vagoni imbrattano tutto, sono una patina che entra dentro i polmoni con l’aria, si appiccicano al viso con gli sguardi e per pulirsi, si guarda altrove. Si guardano i pensieri degli altri. Davanti una coppia, lui giovane, lei ragazzina, giocavano con la stessa playstation, le cuffie collegate allo stesso ipod. Più in là, un completobluarighe, sfogliava e sottolineava fotocopie, ogni tanto alzava lo sguardo: dentro c’era la storia nera della vita. Non vedeva molto oltre, colori e visi che oscillavano: gli sembrava che il vagone ronzasse con i discorsi  spalmati strato su strato a risuonare. Come una cassa armonia di plastica per lamine di carillon, a basso prezzo. Non c’era particolare attesa per la stazione ormai vicina. Alcuni erano in piedi e lui aveva tempo per pensare, non per dire, solo per pensare cose lievi. Senza importanza. La vita e l’amante. Chissà quando avrebbero avuto dei giorni assieme. La strada fuori della stazione era piena di giallo: lampade al sodio, semafori lampeggianti, l’insegna dell’hotel Bristol. Non aveva mai dormito in quell’hotel, ma era il posto degli incontri d’affari vicino alla stazione. Chissà perchè lo accostò all’amante. Quel legno all’ingresso, le chiavi con portachiavi pesanti come l’anima che non decide. Aveva voglia di sole, di tragitti lunghi, di vacanze. Un’ansia di libertà senza oggetto. Dietro di lui il gessatoarigheblu parlava al telefonino, lo vide avvicinarsi ad una macchina, poi deviare verso l’albergo, sostenendo due conversazioni, entrambe concitate.

 

continua, forse altrove,

11 pensieri su “lui aveva

  1. Attendo la continuazione.
    Queste storie oramai comuni mi intristiscono da quando, contro ogni mia previsione, mi è successo di essere l’altra. Quella che aspetta e vive di briciole. Quella alla quale viene fatto credere che ci sono discrete possibilità che, un giorno, si possa vivere insieme. E invece arrivano le incomprensioni, e dopo le incomprensioni un figlio “non previsto” che scaraventa l’intrusa al suo posto: lontano, anche dal cuore.
    E sono passati tre anni, ma questa ridicola “amante” continua a pensare a chi le ha detto:” Scusami, sono pieno di sensi di colpa, so di averti rovinato la vita ma quel che è stato è stato, e indietro non si torna. Pechè ho intenzione di ingrandire la famiglia e tu mi saresti di ostacolo perchè se ricominciassimo non riuscirei più ad accostarmi a mia moglie”.
    Figo, direbbero i ragazzi di oggi.
    Vado, Willy. Mi alzo e preparo la colazione perchè fra due ore mio figlio parte in gita scolastica, e il liceo che frequenta dista oltre venti chilometri. E, tra l’altro, piove che Dio la manda.

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  2. QUESTO
    racconto mi ha portato alla mente l’immagine triste di un cane al guinzaglio vestito di gessatoarigheblu confezionatogli su misura e una poesia di Prevert “L’asino il re ed io saremo morti domani.L’asino di fame il re di noia ed io d’amore.
    Un dito di gesso sulla lavagna dei giorni traccia i nostri nomi ed il vento fra i pioppi
    Chiama
    Asino Uomo Re.
    Sole di Feltro nero già i nostri nomi sono cancellati Acqua fresca dei Pascoli Sabbia delle Clessidre Rosa del rosso Rosaio strada dello scolaro che s’attarda.
    L’asino il re ed io saremo morti domani l’asino di fame il re di noia ed io d’amore nel mese di maggio.
    La vta è una ciliegia la morte è il suo nocciolo e l’amore un ciliegio”. (Canzone del mese di maggio) Bianca 2007

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  3. chissà come la farai continuare…
    io sono stata da tutte e due le parti, prima moglie, le guardie di notte improvvise, i congressi sempre più frequenti…. ho perfino trovato una sua camicia sporca di rossetto, come nei racconti più banali, mi veniva quasi da ridere per questa buffa concordanza tra un romanzetto da quattro soldi e la realtà! e poi amante, non a lungo, mi sentivo ridicola, protagonista ancora una volta di una commedia banale -lui lei l’altra la moglie che non lo capiva il figlio che aveva bisogno di lui la necessità di aspettare che crescesse…..come si fa a crederci? ho lasciato, meglio così.
    non ho mai amato la cattiva letteratura, ma pare che riproduca fedelmente la vita reale

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  4. Mi sa che qui siamo tutti/e o molti/e sulla stessa barca. Da ragazza pensavo che avrei avuto un unico grande amore…10 anni, poi fine. Da là ho ricominciato, passando per tutti i luoghi comuni dell’amante: l’amante molto amica della moglie, l’amante molto amica dell’amato, l’amante per niente amica dell moglie, l’amante non amante perché per qualche oscuro motivo non si può dire nemmeno tra gli interessati che si è amanti, perché uno non ama anche se si va a letto insieme; l’amante di più di un ex moroso di ritorno…insomma un vero bordello!…E alle ortiche l’idea di un unico e solo uomo per la vita…forse meglio nessuno.

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  5. Willy, mi sa che con questa prima parte del racconto hai toccato un nervo scoperto delle tue lettrici …. o no, forse mi sbaglio, è solo letteratura ?
    Ciao caro amico. Lupo.

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  6. a me piace fare l’amante. un po’ sui generis, è vero, la mia storia. con parecchi spazi..nessuna mischietta con la moglie, con la sua vita altra : ognuno ha il suo terreno e se lo gestisce come meglio crede.
    al tempo giusto ho fatto la moglie…che alla fine è noioso, anche chi ha matrimoni riusciti ti parla di momenti lenti, di siamo-diventati-come-fratello-e-sorella.
    l’amore più grande è quello che hai per i tuoi figli : gli uomini (e le donne) passano, se ne vanno, tornano, sono meschini, sono isteriche, sono viziati, sono rompiballe …i figli no.
    i figli valgono il mondo.

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  7. è un racconto, continuerà. E’affascinante pensare che quello che avete scritto ha già influenzato la storia, ma poichè non è lecito adoperare altri in corso d’opera, questa storia verrà fuori intero senza mediazioni di commenti preventivi. Tra le molte cose che mi hanno colpito nei vostri commenti, una mi ha fatto riflettere più di altre: quella che la vita sia cattiva letteratura. Forse per necessità, diminuiamo o aumentiamo l’importanza di ciò che accade dopo che abbiamo vissuto, durante è tutto più vero e difficile. Grazie intanto 🙂

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  8. aspetto gli sviluppi…
    con una certa curiosità per il sapore delle famose “briciole”:
    …visto che in tante sono pronte a raccattarle vuoi vedere che magari sono più gustose della torta???
    🙂
    si recita la parte che si sceglie, penso, e va bene tutto, basta non inventarsi commedie, appunto.
    ciao willy,
    buona giornata a tutti.

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  9. ricetta per confezionare un racconto : 60% scene (poco tempo dilatato in tanto spazio ), 25% sommario (viceversa, tanto tempo in poco spazio), 10% dialoghi, 4% descrizione, 1% sentenze/considerazioni.

    perchè uno s’immagina che i racconti o i romanzi non abbiano proporzioni e invece ci sono…:))

    (fonte scuola di scrittura holden)

    aspetto il tuo racconto..

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