la grande truffa

E’ stata perpetrata una grande truffa, di cui noi siamo stati compartecipi, e che ha fatto credere ai nostri figli che fosse possibile vivere, guadagnare, crescere secondo le attitudini, le passioni, il lavoro. Il mito dell’essere contrapposto al dover essere, ha mietuto -allora ed ora- vittime pagate con delusioni, rabbie, dipendenze. Noi abbiamo creduto alle libertà attuate e che bastasse  mettere in discussione la società per assicurare altri tipi di crescita democratica. Ci siamo trovati ad avere libertà sessuale, economica senza la possibilità di ridiscutere il contenitore di queste libertà. E il contenitore sostanziale era esattamente uguale a quello di prima, solo che l’impostazione laica ed alcune regole di salvaguardia (la retribuzione e il valore sociale del lavoro) erano state tolte. L’università come parcheggio, lo studio scollegato da un lavoro, l’accesso precario all’indipendenza economica sono alcuni fondamenti di una frustrazione diffusa, del dilatarsi del tempo e della riduzione dell’orizzonte delle prospettive. I giovani diventano vecchi anzitempo, se pensiamo alla vecchiaia come alla riduzione della capacità di incidere su di sè e sulla società. Sono state inventate le lauree e le professioni più incredibili all’interno del sapere, senza chiedersi chi avrebbe pagato un esercito di specialisti nelle sottospecie della forestazione, agricoltura, diritto e comunicazione, psicologia e giornalismo, spettacolo e storia, medicina e sociologia. Tutti pezzi importanti del sapere travasati senza oggetto di futuro esercizio: una laurea in capoeira che mobilità sociale assicurerà? In realtà la mobilità  sociale non c’è più e continuare ad alimentare le attese significa sostituire retribuzione con soddisfazione, così si può lavorare gratis per anni e sentirsi realizzati. La grande truffa è questa e noi, il tramite di presunte felicità, siamo stati ingenui ed usati, oggi solo il genio emerge a fatica, per il resto serve la furbizia, ma quello è un corso di laurea a numero chiuso.

15 pensieri su “la grande truffa

  1. LA “GRANDE TRUFFA”
    si è respirata come un’aria data sana quando era inquinata.Ma anche NOI siamo responsabili per aver creduto a ciò che ci propinavano anche quando tutto di noi urlava il contrario col bambino dentro la pancia che rideva e rideva gridando anche lui:”L’imperatore è nudo”. Eppure non abbiamo ascoltato.Ci siamo invece corazzati ben bene di alibi cercando con gli alibi di modificare la società e il mondo quando sarebbe stato molto ma molto più utile modificare prima ancora che i vicini noi stessi.Ma credevamo (anche in buona fede) che fosse giusto così.Unica attenuante (quella buona fede) per non farci morire sotto il peso della croce costruita per noi da altre mani che subdolamente ce la regalavano con un sorriso dicendoci che c’avrebbe reso forti e robusti anche ai colpi della frusta…No!.Non c’è pietà per chi non guarda dentro le cose,vi curiosa,le gira criticamente per guardarle nella vera realtà.Era anche la nostra (di verità) quella che ci raccontavano essere giusta?…E se no,perchè l’abbiamo accettata?…Per non mettere in discussione chi?…O semplicemente per non ammettere la nostra incapacità di quel “NO” che il bimbo dell’imperatore ridendo aveva visto?…Il potere,ogni potere e la verità non vanno mai d’accordo.Si escludo sempre e neppure vanno a prendere insieme un caffè al bar pur sapendo di prenderlo con un nemico che sà di volerci sempre imporre qualcosa.Anche quel caffè. Se credi “convincimi dl contrario”…Bianca 2007

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  2. questo è un bel post. un post sul nostro fallimento generazionale, sull’incapacità a trasmettere futuro ai nostri figli. A cui abbiamo dato più di quello che è stato in generazioni precedenti. tranne una cosa fondamentale : la possibilità di crescere, di avere un lavoro tale di questo nome, un futuro, ideali.
    questi ce li siamo bruciati noi.
    non c’è nessuno da convincere, qui. se non accettare la sconfitta, ammettere quello che è stato e quando necessario farsi da parte.
    ma ancora una volta ci dimostriamo incapaci : persone di 80 anni nei cda, sulle cattedre universitarie, presidenti del consiglio, direttori di tg, primari ospedalieri.

    altro non c’è da dire : l’hai fatto tu. chapeau.

    cristina

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  3. Dai tutto ciò che il popolo vuole, ma daglielo in maniera eccessiva, vomitevole e falsa, fino a far perdere qualsiasi gusto al desiderio ed al senso del vero. Non verità. Vuoi amore? Eccotene a tonnellate in chat! Vuoi libertà? Eccoti i soldi per farti tutti i viaggi che desideri (finché lo dico io)! vuoi “sapere”? Eccoti mille università. Vuoi potere! Candidati al 10000 posto della lista, non c’è problema… e via così… il primo esempio che mi viene in mente è Luigi XVI che vende i titoli nobiliari ai borghesi per tenerseli buoni e farli entrare tra loro che “hanno qualcosa da perdere”. Perché, secondo me, la differenza sta tutta lì: tra chi ha qualcosa da perdere e chi non ha nemmeno le mani per pregare. E’ la stupidità che ci fa pensare di “poter prendere il posto di”. Inglobare e dividere. Così, individui, non siamo niente. Non siamo più popolo. E quindi, non essendo popolo, siamo stupidi. Scusa willy per lo sfogo…

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  4. sai Willy, proprio qualche giorno fa facevo una riflessione su un argomento simile. pensavo che i miei genitori sono nati subito dopo l’ultima guerra e la loro giovinezza non è stata certo facile. i loro genitori non hanno mai pensato a costruire qualcosa per il futuro dei loro figli (sarebbe stato troppo), potevano solo preoccuparsi di dar loro da mangiare perchè sopravvivessero ai tempi duri.
    i miei genitori hanno lavorato invece perchè io avessi un futuro, perchè potessi studiare, perchè potessi avere un tetto sotto il quale ripararmi e dei sogni in cui credere.
    la loro è stata una grande esperienza, loro hanno vissuto imparando che l’impegno è ripagato. hanno lavorato e hanno seminato il terreno di cui io poi avrei colto i frutti. e così è stato.
    ma oggi io mi ritrovo con una laurea che serve a poco, un lavoro incerto e mal retribuito, dei sogni che iniziano a vacillare ed un futuro buio e nebbioso…
    ecco, mi chiedevo solo dov’è la falla, dov’è l’inghippo. cos’è che non ha funzionato? poteva essere tutto maledettamente perfetto… perchè non lo è stato? mi spiace, ma io non l’ho ancora capito.

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  5. A dire il vero non mi sorprende troppo che a distanza di quarant’anni le aspirazioni più velleitarie si siano dimostrate un bluff.
    Ti aggiungo una interpretazione mia: per essere incisivi nel sociale non servono fini ideologi, ma persone pratiche, mediatori, tessitori, gente che si sa sporcare le mani.
    Un tipo di persone che a sinistra non sono mai piaciute troppo.
    Dall’altro lato, beh, sappiamo chi c’era – e c’è ancora.

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  6. Velleitari, sognatori, credenti (sui credenti scriverò qualcosa), mica mi pento, ma con tutte le cantonate che abbiamo prese ci sarebbe da stare zitti. Pensate che ero operaista e magari un po’ di pratica mi è rimasta tra le mani. Trovo molte ragioni in quello che dite, nessuna giustificazione per quant’ è successo e succede. Credo che Coltrane colga molto della strategia del potere e di chi lo gestisce davvero. Ma perchè ai nostri figli non diciamo la verità? per evitargli il dolore delle disillusioni e della fatica? S. dice che poteva funzionare ed è vero, ma la tensione è calata e chi doveva difenderla, lottare assieme a Lei, ora pensa di aver fatto abbastanza. In questa foresta molti cuccioli non sono stati addestrati a crescere e a difendersi.
    Non ho soluzioni a breve, se non quelle tradizionali fatte di consapevolezza e lotta per ottenere il giusto.

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  7. SIGNORE DELLA CASA,
    fondamentalmente si diceva (ioi e te) le “stesse” “identiche” cose.E la mia “convincimi del comtrario”, se credi era solo una provocazione.Anch’io ho fatto tutto ciò che DOVEVO a suo tempo anche dopo e ora che si arrangino.Non è più un fatto che mi riguarda.Un saluto e un’abbraccio al volo,Bianca 007

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  8. bella domanda, perchè ai nostri figli non diciamo la verità? forse temiamo che la verità li scoraggi, li allontani dagli sforzi, dall’impegno nello studio, che per noi è un valore, li avvicini a soluzioni semplicistiche, superficiali o addirittura negative. come fai a dire a un figlio che anche se studia attendibilmente non servirà a niente, che tanto spazio non ce n’è? che il mondo è dei furbi? che con la sua laurea tanto se gli va bene troverà un lavoro a tempo determinato, in un settore che non c’entra niente con quello che ha studiato? forse in fondo a noi c’è ancora la speranza che non sia così. forse sottovalutiamo i nostri figli, o ci sentiamo in colpa per averli messi al mondo in una società come questa? a volte penso che per anni li alleviamo con un set di idee sulle quali abbiamo molti dubbi, ma che ci sembra possano dare loro una base solida, poi sarà la vita a smentire tutto, e questo non solo nel campo dell’istruzione e del lavoro, ma anche nel campo dei sentimenti….cerchiamo di dare loro delle sicurezze mentali che non abbiamo nemmeno noi, che anche per noi la vita ha smentito clamorosamente. ma come si fa a dire a un ragazzino che deve studiare, ma probabilmente non servirà, che si sposerà, ma quasi sicuramente finirà tutto, che la vita disperde gli amici, ecc ecc ecc? io, non ci sono riuscita, sono stata vigliacca.

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  9. scusa, sono stata prolissa, ma ho tre figli e questo aspetto della cosa mi colpisce molto, ci ho pensato spesso…

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  10. certo, la verità. è cosa dura da raccontare e da mandar giù. è più facile dire che va tutto bene e che andrà sempre meglio. credendoci, anche.
    ma non sottovalutate i vostri figli, a volte sanno esser più forti di quanto voi possiate immaginare…

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  11. non credo che abbiate fallito su tutta la linea, non lo credo proprio.

    sono grata alle generazioni che mi hanno preceduto, per tutto quello che sono e che ho. per tutte le possibilità che mi sono state date. certo me le sono dovute prendere, ma sono state possibili.
    prima pensavo che aveste fatto male a cercare di allontanare dai vostri figli la fatica e la delusione, ma la vita tanto prima o poi schiaffi te ne dà lo stesso e per andare avanti sei costretto cmq a fare fatica e a superare le delusioni.

    non confonderei una classe politica con la società. non confonderei un momento storico con la possibilità di costruire un futuro.

    bisognerebbe insistere sull’essere più vigili questo sì e magari scrollare chi si è incantato davanti al video.

    non era meglio prima. la vita va avanti, le cose cambiano. bisognerebbe arrivare là dove la vita si srotola, là dove la società s’inceppa per far riprendere la musica. non sarei disfattista, anche perché di cose da fare ora più di prima ce ne sono. non siamo solo gregge.

    le ultime due cose e la smetto:
    1. visto che la sinistra è morta, sarebbe ora di rimetterla su. e mi spiace per tutti -tanti- quelli che mi dicono che non ci deve essere un leader. credo sia necessario uno/una che abbia bene a mente la prima regola di spiderman
    2. @s.: tanto lo sai ma niente è perfetto. perfortuna.

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  12. Sto iniziando ad ammonire mio figlio, che spesso sembra non pensare affatto al futuro inteso come impegno e lavoro. Ma, in fondo, ha 16 anni e poca maturità.
    Non so se volessi alludere anche a questo, mai i governi passati hanno contribuito a distruggere l’università: istituendo corsi inutili solo per assegnare la cattedra a tizio o a caio, alimentando il fenomeno dei baronati e delle caste, garantendo privilegi soprattutto a piccoli gruppi di protetti in alto. E una bella fetta di responsabilità l’ha anche la sinistra.

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  13. Suvvia, tibì, da te ‘sti luoghi comuni non me l’aspettavo…
    (tranne quello che la sinistra sia corresponsabile, ahimé probabilmente l’unico vero)

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