(e poi dicono che s’avvicina l’estate e dovremmo smetterla di mettere le mani eil naso nella nutella).
la solitudine è figlia di ogni mancanza, hai ragione,un’assenza che alla fine c’è come questo mio volerti dire qualcosa ma sta frase m’ha ammazzata.
no. non sempre. la solitudine è un momento per stare con se stessi e parlarsi. la solitudine può essere un momento bello in cui il mondo gira da un’altra parte e tu ti fai i fatti tuoi. la solitudine può essere un giro di valzer con un libro che ti prende e ti porta via.
solitudini sono altre : sono i fuori dalle righe, chi urla troppo, di vuole cuori che non gli appartengono, sono folle in non-luoghi.
ma io sono trilly :)) e quando sono sola gioco a nascondino con capitan uncino…
posso dissentire un pochino?
ma il sano amor proprio, dove lo mettiamo? non conta anche quello? non è forse la solitudine che ci aiuta a capire meglio noi stessi, a rispettarci e ad amarci sul serio? se è vero – come credo – che nessuno al mondo può amarci più di quanto possiamo fare noi stessi, allora mi sa tanto che questo tuo enunciato, mio caro Willy, zoppica un po’…
vista da me sarebbe: la solitudine è non aver nessuno su cui inciampare, se non su sè stessi.
la solitudine di cui parlo nasce dalla consapevolezza che manca qualcosa e che questa non è tra le possibilità a disposizione. La solitudine cercata, voluta, costruita, il bastare a sè stessi è altra cosa. E’ l’equilibrio di chi si riposa ed è forte al tempo stesso. L’amor proprio e la dignità non impediscono la solitudine, anzi l’acuiscono.
SARO’
forse,banale.Ma per me la solitudine è lo spazio che,pur riempiendolo di tante cose,resta irrimediabilmente irriempibile perchè l’unica cosa che lo è potrebbe riempire non c’è.E questo è solo l’Amore. Ovviamente Amore RI-cambiao.Ovviamente con tutta la comlicità silente che l’Amore comporta.Ovviamente e banalmente buona giornata col sole,col vento e con la pioggia e,ovviamente con il freddo della solitudine,Bianca 2007
capisco, Willy, e posso capire anche la complessità delle ragioni che l’hanno generata, ma quella frase mi lascia ancora un po’ perplessa.
forse è che ci sono tante solitudini diverse, forse è perché qui la leggo nell’accezione negativa (quella di solitudine passiva), forse è la sua apparente assolutezza che mi fa paura, forse bastava aggiungere un semplice avverbio di tempo per addolcirla un po’, forse è perché detta così sembra non dare scampo, sembra una specie di ingiusta condanna.
forse, forse, forse…
ma so che la mia opinione conta poco.
in fondo ognuno di noi fa i conti con la sua di solitudine, e saperla riconoscere mi pare già tanto.
la solitudine di chi si basta è altra cosa da quella che descrivo forse troppo sinteticamente. ciò di cui parlo è l’assenza, la privazione. Sensazioni per loro natura statiche, prive di avverbi di tempo e d’orizzonte. Nel mentre la solitudine con la compagnia di sè è dinamica, aperta, porta innanzi pensieri e persona, fuori dai percorsi circolari.
non so..forse la solitudine non ha una faccia sola..non è in assoluto la mancanza d’amore che ti fa sentire solo..
puoi sentirti solo anche per altri motivi : difronte ad una decisione importante, per esempio.
pensiamo alla solitudine di un generale che deve decidere una strategia per una battaglia sapendo che un certo numero dei suoi uomini morirà.
o alla solitudine di certi giudici difronte al silenzio dello stato.
non possiamo sempre ricondurre tutto all’amore : viviamo anche di altro , vivvvadddio…
salve, scusate l’intromissione, il dizionario la dice lunga, e la mente la gioca corta, solitudine: da solo! solo… facendo un passo indietro “solo” è SENZA…, o UNICO, e se addirittura cercate la voce solitario: colui che AMA stare solo… per cui gettato il dizionario fuori dal sentimento avete tutti ragione da vendere… mi affascina il nesso del titolo: inciampi
un vero rompicapo…
Willyco 
(e poi dicono che s’avvicina l’estate e dovremmo smetterla di mettere le mani eil naso nella nutella).
la solitudine è figlia di ogni mancanza, hai ragione,un’assenza che alla fine c’è come questo mio volerti dire qualcosa ma sta frase m’ha ammazzata.
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no. non sempre. la solitudine è un momento per stare con se stessi e parlarsi. la solitudine può essere un momento bello in cui il mondo gira da un’altra parte e tu ti fai i fatti tuoi. la solitudine può essere un giro di valzer con un libro che ti prende e ti porta via.
solitudini sono altre : sono i fuori dalle righe, chi urla troppo, di vuole cuori che non gli appartengono, sono folle in non-luoghi.
ma io sono trilly :)) e quando sono sola gioco a nascondino con capitan uncino…
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posso dissentire un pochino?
ma il sano amor proprio, dove lo mettiamo? non conta anche quello? non è forse la solitudine che ci aiuta a capire meglio noi stessi, a rispettarci e ad amarci sul serio? se è vero – come credo – che nessuno al mondo può amarci più di quanto possiamo fare noi stessi, allora mi sa tanto che questo tuo enunciato, mio caro Willy, zoppica un po’…
vista da me sarebbe: la solitudine è non aver nessuno su cui inciampare, se non su sè stessi.
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la solitudine di cui parlo nasce dalla consapevolezza che manca qualcosa e che questa non è tra le possibilità a disposizione. La solitudine cercata, voluta, costruita, il bastare a sè stessi è altra cosa. E’ l’equilibrio di chi si riposa ed è forte al tempo stesso. L’amor proprio e la dignità non impediscono la solitudine, anzi l’acuiscono.
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SARO’
forse,banale.Ma per me la solitudine è lo spazio che,pur riempiendolo di tante cose,resta irrimediabilmente irriempibile perchè l’unica cosa che lo è potrebbe riempire non c’è.E questo è solo l’Amore. Ovviamente Amore RI-cambiao.Ovviamente con tutta la comlicità silente che l’Amore comporta.Ovviamente e banalmente buona giornata col sole,col vento e con la pioggia e,ovviamente con il freddo della solitudine,Bianca 2007
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capisco, Willy, e posso capire anche la complessità delle ragioni che l’hanno generata, ma quella frase mi lascia ancora un po’ perplessa.
forse è che ci sono tante solitudini diverse, forse è perché qui la leggo nell’accezione negativa (quella di solitudine passiva), forse è la sua apparente assolutezza che mi fa paura, forse bastava aggiungere un semplice avverbio di tempo per addolcirla un po’, forse è perché detta così sembra non dare scampo, sembra una specie di ingiusta condanna.
forse, forse, forse…
ma so che la mia opinione conta poco.
in fondo ognuno di noi fa i conti con la sua di solitudine, e saperla riconoscere mi pare già tanto.
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la solitudine di chi si basta è altra cosa da quella che descrivo forse troppo sinteticamente. ciò di cui parlo è l’assenza, la privazione. Sensazioni per loro natura statiche, prive di avverbi di tempo e d’orizzonte. Nel mentre la solitudine con la compagnia di sè è dinamica, aperta, porta innanzi pensieri e persona, fuori dai percorsi circolari.
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è così.
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Rispondo a Minnie: quel tipo di solitudine della quale parli si chiama libertà, ed è diversa.
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eh sì. sono un’esperta, dell’un tipo e dell’altro. a volte mi piace, ma per lo più, sarà un limite, ne soffro.
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non so..forse la solitudine non ha una faccia sola..non è in assoluto la mancanza d’amore che ti fa sentire solo..
puoi sentirti solo anche per altri motivi : difronte ad una decisione importante, per esempio.
pensiamo alla solitudine di un generale che deve decidere una strategia per una battaglia sapendo che un certo numero dei suoi uomini morirà.
o alla solitudine di certi giudici difronte al silenzio dello stato.
non possiamo sempre ricondurre tutto all’amore : viviamo anche di altro , vivvvadddio…
:))
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salve, scusate l’intromissione, il dizionario la dice lunga, e la mente la gioca corta, solitudine: da solo! solo… facendo un passo indietro “solo” è SENZA…, o UNICO, e se addirittura cercate la voce solitario: colui che AMA stare solo… per cui gettato il dizionario fuori dal sentimento avete tutti ragione da vendere… mi affascina il nesso del titolo: inciampi
un vero rompicapo…
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