
mercato
Tutti parlano a voce altissima, i clienti, i venditori, i figli dei venditori e dei clienti, tutti assieme. Tutto in dialetto, senza sosta, passando dal grido di richiamo alla contrattazione. Il venditore di olive, mi ha urlato: qui un timpo, c’ira il mmare e indicava il ponte della ferrovia e poi l’ha ripetuto piano il mmare, assaporando le parole, stupito e consapevole.
Si cammina tra acqua e sangue, scorze di verdure, lische. Gli animali verranno poi a fare il loro lavoro, per loro adesso, troppa gente, troppe ostilità, la paura circola bassa, a pelo d’acqua, condita di pedate. I piccioni aspettano indaffarati ai margini, facendo finta di bere.
Credo sia uno dei posti più belli che conosco.
Bel post Willy, di quelli che ti fanno dire: “perchè non sono là adesso ?” e ti riempiono di nostalgia per certe atmosfere. I mercati, specie quelli del sud, hanno un fascino speciale. Anch’io amo molto quelli ittici, e se ne ho la possbilità non me li lascio scappare. A dir il vero, tutto ciò che trasuda umanità mi attira, di qualsivoglia ambiente o provenienza.
Ciao Willy, amico caro, e prenditi un sacco di auguri di serenità e salute.
Lupo.
"Mi piace""Mi piace"
M ripeto, Willy, ma anch’io ho gli stessi ricordi di quel mercato, che in diciassette anni non dev’essere cambiato poi tanto. Ricordo che eravamo in partenza per Palermo, e la mia ex metà aveva fretta. Comprai delle calze pacchiane, che non indossai mai.
"Mi piace""Mi piace"