Si racconta e si è raccontati, spesso inconsapevoli dei segnali ricevuti. Quando si riconosce in altri ciò che si pensa e prova, è tutto un entrar ed uscire di pensiero.
Rincorrere una lama di luce, coprirla d’ombra, far emergere la trama.
A volte capita di leggere nell’altro storie che hanno un senso solo per noi, processi mentali che presumiamo debbano essere necessariamente quelli. E, magari, prendiamo cantonate pazzesche.
LO SPECCHIO
credo non sia ciò che ci tramanda ma ciò che noi vorremmo essere ed esse amati per ciò che stiamo a rappresentare in quell’essenza che sentiamo appartenerci e vogliamo essere.Tutto si esprime in modo indiretto,allusivo,metaforico.Lo specchio lo sa e noi nè siamo affascinati non dal mutamento,ma dalla continuità di ciò che vogliamo essere e nè sentiamo l’appartenenza.Nietzsche avrebbe usato le parole:”la sostanza di fronte al broblema”.E anche se ci si scruta allo specchio,con una curiosità vigile e una partecipazione intensa,l’interesse per preservare quella essenza che noi vediamo e sentiamo appartenerci,non è mai privo di generosità,dentro una massima trasparenza,sapendo che è il modo più serio di parlare olrecchè a noi stessi anche con gli altri,sempre in un dualico movimento di identificazione e di distacco necessari affinchè convergano il vivere e la conoscenza.Solo allora sapremo che non c’è mai stato inganno nello specchio che ha riportato l’immagine che abbiamo voluto vedere e che sentiamo appartenerci,giacchè abbiamo accettato,l’inclinazione profonda alla rèverie,al sogno ad occhi aperti,perchè per “amare e avere qualche idea,bisogna amare molte chimere” (Bachelard) ma nella semplicità luminosa dell’impronta che allo specchio si lascia.Criptica?…Ma no!… Buona giornata anche se la pioggia inzacchera senza remissione.Bianca 2007
Willyco 
A volte capita di leggere nell’altro storie che hanno un senso solo per noi, processi mentali che presumiamo debbano essere necessariamente quelli. E, magari, prendiamo cantonate pazzesche.
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LO SPECCHIO
credo non sia ciò che ci tramanda ma ciò che noi vorremmo essere ed esse amati per ciò che stiamo a rappresentare in quell’essenza che sentiamo appartenerci e vogliamo essere.Tutto si esprime in modo indiretto,allusivo,metaforico.Lo specchio lo sa e noi nè siamo affascinati non dal mutamento,ma dalla continuità di ciò che vogliamo essere e nè sentiamo l’appartenenza.Nietzsche avrebbe usato le parole:”la sostanza di fronte al broblema”.E anche se ci si scruta allo specchio,con una curiosità vigile e una partecipazione intensa,l’interesse per preservare quella essenza che noi vediamo e sentiamo appartenerci,non è mai privo di generosità,dentro una massima trasparenza,sapendo che è il modo più serio di parlare olrecchè a noi stessi anche con gli altri,sempre in un dualico movimento di identificazione e di distacco necessari affinchè convergano il vivere e la conoscenza.Solo allora sapremo che non c’è mai stato inganno nello specchio che ha riportato l’immagine che abbiamo voluto vedere e che sentiamo appartenerci,giacchè abbiamo accettato,l’inclinazione profonda alla rèverie,al sogno ad occhi aperti,perchè per “amare e avere qualche idea,bisogna amare molte chimere” (Bachelard) ma nella semplicità luminosa dell’impronta che allo specchio si lascia.Criptica?…Ma no!… Buona giornata anche se la pioggia inzacchera senza remissione.Bianca 2007
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mh.
e se non rincorressi nulla?
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girare nei pensieri altrui..lievi, impalpabili, respiri che non conosciamo..figli di parole ascoltate e riconosciute come proprie.
buon martedi..che tanto ormai piove e arriva noè :)))
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