Disperdo tracce profonde di me tra parole distratte, seguendo la teoria della noce: con delicatezza rompere il guscio, per avere il frutto pieno e non lasciarsi prendere dalla fretta luminosa degli aggettivi. Gli aggettivi sono superficie, spesso neppure pelle o scorza. Mascherano assieme alle iperboli, eppure a leggere con attenzione, sono rivelatori, come i simboli aspersi. In uno specchio si guarda oltre l’apparenza, per avere il pensiero dell’immagine. Spesso la presunzione d’essere capito prescinde dallo sforzo della semplificazione, come se mostrando segni della propria traccia interiore, altri possano seguire. Ma non è così, non scrivo una guida alpina: allo sperone prendere a ds. trecento mt. impervi, attenzione al canalone, roccia marcia e franosa, sulla sn. tratti attrezzati… e poi per facili roccette si arriva alla cima. Dissemino tracce, non traccio sentieri, mostro e nascondo, curioso d’essere svelato. In fondo non è questo il gioco sottile della comunicazione profonda: intuizione, lettura attenta, leggerezza apparente, scambio, fascino e curiosità. Funziona a tratti e su questo albero, semplicemente aspetto che la primavera mi faccia agitare: qui è tutto appeso ad un filo, dipende. Mia nonna mi insegnava ad aprire le noci e pelare i gherigli e il frutto era arduo e dolce, non frettoloso. Da Lei ho imparato a non essere d’altri. Qualche volta me ne sono scordato.
prima ci sarà la festa blog, poi natale, poi san valentino, poi pasqua, poi la primavera…ottimi momenti per agitarsi, e tornare nella tana di yoghi e bubi tra le varie feste :)))))..dissemini palline di pane come hansel e gretel, che tanto ti trovano sempre così ehhh…e yoghi e bubu lasciano i cestini vuoti delle merende per tutto il parco..
mi sa che ti agiterai prima della primavera, i suppose
minnie-topolina-saltellante
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non te lo scordare mai, mai più.
e lo dico a te per dirlo e ricordarlo a me.
un abbraccio e notte serena
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sì, ma il ruolo dell’autan?
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per le zanzare any, solo per le zanzare
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è il solo modo che conosca per aprire le noci, willy.
da tempo ho abbandonato la fretta, consapevole che potrebbe portarmi solo immangiabili frammenti.
bisogna, tuttavia, imparare a far tesoro del tempo che, talvolta, è assai più breve di quanto si desideri e pure dona inaspettati lampi di assoluta comprensione.
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d’altra parte, quando si va per esplorazioni in campo aperto, è sempre bene portarsi un buon repellente per gli insetti…
e si sa che per tottenere un pesto di noci tale da dare assuefazione bisogna pelare ogni singolo gheriglio… temo infatti che non ora preaprerei più quella salsa, anche se non avessi perso la ricetta 🙂
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Ho sempre diffidato delle facili roccette.
O della loro versione matematica, i facili passaggi.
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Dissemino tracce, non traccio sentieri, mostro e nascondo, curioso d’essere svelato. In fondo non è questo il gioco sottile della comunicazione profonda: intuizione, lettura attenta, leggerezza apparente, scambio, fascino e curiosità.
Assolutamente sì, per entrambi gli enunciati 🙂
Ottime le noci e direi salutare (e soprattutto da imparare) la pazienza che richiedono
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