Un cuore a lunghi passi per percorrere la città. Un cuore che non si stanchi, che alimenti gli occhi, un cuore da tenere in mano per far luce la sera, perchè sotto i portici ci sono angoli dove si dorme, anche ora che il freddo attanaglia. Un cuore da mettere nelle ginocchia di bimbo, che batta senza stanchezze, che viva di sonni danzanti. Un cuore che a mezzogiorno ha fame, che non si inquieta e che s’incazza se vede ingiustizie. Un cuore di notte, pozzo senza luce che si tasta per sentire che c’è. Un cuore che è d’inverno, d’estate e primavera, d’autunno mai. Un cuore, che serva insomma.
“Tu due cuori non li hai
e a me non basta la metà…”
NON TU ROBERTO, NATURALMENTE… 🙂
citavo solo Celentano…
Cristina
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sorrido, penso ai cuori che servono d’inverno. perchè?
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con un cuore che batte l’inverno ha ancora speranze, d’autunno non proprio
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