nausea

 

E‘ un post lungo, per me fastidioso anche da scrivere, figurarsi a leggerlo; prendetelo come sfogo, non ci sono sempre cose carine in circolazione.

C’é un fastidio che sfocia in nausea e fa rifiutare più persone del dovuto: per estensione si conclude che tutti sono uguali. E i volti, gli occhi, i pensieri intuiti dietro i sorrisi fanno desiderare la solitudine, il contatto selezionato per non sentire più male. E’ un poco da codardi restringere il campo, far finta di non sentire, tanto in profondità comunque lo annusiamo questo petrolio che sporca e non se va dalle mani quando si tocca. Spiegherò cosa ha mosso tutto questo e senza speranza di mutamento. Mi basta solo che riemerga la percezione del dolore muto, dell’ingiustizia che subisce chi viene manipolato. Faccio fatica a scrivere di queste sensazioni, non sono episodi, fatti di una sera, sono sentimenti vilipesi che inzuppano tutto. Vorrei avere il dono di sintetizzare ed invece parlo dell’effetto non della causa. Per lavoro conosco uomini e donne, ma soprattutto uomini che vivono all’estero. Alcuni hanno fatto fortuna, altri vorrebbero farla subito, adesso. Gli italiani si ritrovano nei circoli, invitano chi viene dall’Italia, parlano. Ecco due brani di discorso:

“Sono arrivato anni fa, nei momenti buoni ed era diverso. Si facevano soldi con perline e specchietti. Eravamo parecchi, molti sono qui ancora. E dove vanno? questo è un paese dove chi ha testa fa fortuna.  Tra noi ci trovavamo in casa, ma soprattutto in un posto nostro.Mica come adesso che si viene il venerdì al ristorante per cantare sole mio. C’era una villa – l’avevamo in concessione – dove quasi ogni sera c’erano feste. No, non era un bordello, non potevano entrare tutti. Era una specie di privè, per noi e per i nostri ospiti. C’era il bar, un ristorantino, le saune, le stanze riservate, le camere. Si poteva usare come foresteria, ma solo per noi. Ha capito?

Ogni sera c’erano feste, le ragazzine arrivavano, si rideva, si parlava. Non capivano un cazzo, non parlavano italiano, ma imparavano presto. Erano infagottate dapprincipio,nei loro maglioni fatti in casa, con i jeans da pochi soldi, le labbra senza trucco e le ascelle pelose. Sapevano di sapone da bucato. Dopo 15 giorni ti accoglievano già nude, sorridenti, depilate. Parlavano, dicevano qualcosa e ridevano. Mica si scopava e basta, si mangiava, si beveva, c’era la musica. Si faceva all’amore. Qui si dice sempre fare all’amore, scopare no, è da puttana, le ragazze non vogliono sentirlo.

Una volta ho portato due siciliani, dovevano aprire una fabbrica di dolci, uno si è innamorato di una ragazza, alla fine se l’è portata via. In Sicilia. E la fabbrica di dolci non l’ha fatta più.

Ad un certo pnto hanno ritirato la concessione, invidie verso di noi. Abbiamo dovuto chiudere il circolo e adesso il venerdì sera siamo qua. Poche feste e o sole mio.

Ambasciatore, ci dà una mano,se presentiamo una petizione?  Come per cosa? Lei non ha sentito vero? E’ un circolo, una cosa per noi italiani. ”  

Dopo mezz’ora la stessa voce:

“Domani sera alle 18, venite tutti. Anche voi due che non venite mai, l’abbiamo spostata apposta perchè alle 19 ci sono le partite su sky. Viene anche lei? è qua domani sera? E’ la messa per noi italiani, anche per gli altri naturalmente, ma in italiano. Venite mi raccomando, qui in chiesa ci sono solo gli uomini.”

Non ho mai avuto voglia di ascoltare questi racconti, nè di guardare queste facce. Ma non mi basta più dare del lei, tenere le distanze, dissentire. Anche se è per lavoro, anche se non è dappertutto così, non ho più voglia.

4 pensieri su “nausea

  1. hai ragione, fa venire la nausea, solo a leggere, figurati tu che l’hai sentito, tu che hai visto le loro facce maiale raccontarle, tuche dovevi parlare, fare bisniss con le loro facce maiale.In quel mondo bisogna mantenere la propria dignità per non diventare uguali..è durissima, immagino. Ma alla sera quando ti spogli e t’infili nel letto se non altro non ti fai schifo. ed è una bellissima cosa.

    nanna..ti lascio una stellina per la prossima volta che torni lassù..

    cristina

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  2. iceberg isolati nella corrente, scontrosi e burberi, teneri dentro solo per gli intimi.
    anche io non ho più voglia, willy, comprendo.

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  3. non solo il raffreddore, anche questo schifo.
    da sopportare senza aver più voglia di farlo.
    la nausea e lo schifo trapela dallo sguardo, dalla mimica che si blocca, si congela. non ti meriti tutto questo, Willy. mi dispiace davvero.

    dormi sereno, che il peggio è passato.

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  4. per fortuna che il post doveva essere terribile dalle premesse che hai fatto!!!!
    posso dire mi sembra nella sua sostanza uno dei più belli che hai scritto?
    l’ho detto.
    ciao Rò! 🙂

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