Della libertà, come per tutti i desideri agognati, spesso non si sa cosa farne. Uscendo da un amore, nel tempo ritrovato, in una improvvisa fortuna, tutto appare eccessivo e non governabile. Come avessimo bisogno di guida, di catene, di vincoli. L’euforia del tram, finalmente senza binari, si esaurisce presto, deve trovare nuovi solchi, abitudini, strada. Sarà per questo che tanti ritornano sui loro passi, come uccelli che a gabbia aperta non escono, inadeguati al volo libero. Senza amarezza, preparandosi poco alla volta fino ad essere pronti al volo, per molti la libertà è difficile, finchè diviene naturale. Non ci sono benemerenze nelle scelte, solo consapevolezza e la necessità di star bene. Chi affronta il nuovo conta sul brivido dell’avventura mentre chi resta sa con quali fantasmi deve combattere, entrambi si alimentano di coraggio. Il mio cuore è vicino all’esperienza della solitudine, che è compagna difficile, ma non tradisce. Stanotte buon viaggio a chi torna e buon vento a chi parte.
un pensiero breve e banale.
la libertà non è qualcosa che ci viene data o negata.
ma qualcosa che ci prendiamo o ci neghiamo.
a volte si tentenna, a volte si annaspa, a volte si annega in una libertà talmente improvvisa che diventa una prigione senza sbarre, vincoli presenti nella nostra mente, creati da noi stessi e che il resto del mondo non vede.
la solitudine è un’isola in cui bisogna imparare a vivere e a convivere con noi stessi. noi stessi, i nostri peggiori nemici, in alcuni casi.
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e buon vento a chi torna no?
(e per chi sta?)
sorrido.
la solitudine spesso è la compagna migliore.
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Non so mica più tanto bene se parto o se torno, Willy.
Qui c’è il maestrale e io vorrei un attimo di silenzio.
Verrà anche quello, credo.
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Rob, anche qui c’è il maestrale ma a me non dispiace sentire il fischio del vento e gli spruzzi del mare. E quando si placa tutto appare così bello. Tutto trasparente e lucente.
Io ho preso il largo e vado. Da me il maestrale porta lontano.
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Il silenzio è la cosa migliore Rob e anche un pò di tregua. Te la auguro di cuore.
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Penso spesso alla libertà. A come l’amore ci renda a volte schiavi consapevoli. Più di tutto in questo periodo vorrei essere libera. Libera di annoiarmi, di soffrire in silenzio o cullare il mio cuore pieno di gioia.
Passo spesso da queste parti. Mi piace leggerti.
Un saluto
Area
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Tante volte mi sono chiesta cosa fosse la libertà, o almeno la mia libertà. Libertà da cosa? Libertà da chi? Libertà perché? Libertà per cosa?
Quello che so è che, se voglio, posso liberarmi da tutto e da tutti ma mai da me stessa. E a volte, guarda caso, la libertà che desidero di più è proprio quella. Troppo spesso mi tengo prigioniera.
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forse Pigretta vuoi liberarti dall’immagine che non ti piace di Te, da ciò che ti impedisce di far coincidere desiderio e possibilità. Ma non mi hai insegnato Tu che stare in equilibrio con sè stessi è una cosa possibile e gradevole? Forse però parli delle paure, di quelle bestioline che creiamo a guardia di non si sa chè, anche quelle si ridimensionano se si adopera un pò di leggerezza ed ironia verso sè stessi. Ti lascio una sollecitazione, che estendo a chi legge: brutto è un concetto come buono o cattivo che noi applichiamo a noi stessi e su cui attiviamo i pittbul delle paure, ma che che chi vede e ancor più chi ci ama, non percepisce allo stesso modo. Se ci togliamo la paura di essere belli, cattivi o buoni, molti steccati cadono.
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Grazie area per la tua presenza, vivere ciò che si sente senza troppi vincoli è quello che penso anch’io. Quello che mi manca particolarmente è la libertà dell’ozio e del non pensare.
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Willy, hai ragione… era esattamente quello a cui pensavo. spesso siamo noi stessi a crearci le prigioni peggiori, le catene più difficili da sciogliere. gli altri c’entrano poco in questi processi. e ti dirò di più, che a volte, se si è davvero fortunati, capita anche che siano proprio gli altri a liberarci da noi stessi. (o almeno, ci aiutano a farlo)
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Giorno dopo giorno ci si costruisce la propria gabbia, una volta aperta forse non si sa piú volare.
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