anni

Anni pesanti, anni leggeri.

Dopo la lettura di “Ragazzo” di Massimo Fini, gli anni dovrebbero essere di piombo. Per fortuna, non è così. Molte delle cose scritte sono vere, è solo il tono che toglie aria ed accorcia l’orizzonte. Forse per l’autore fare il bagno nell’acqua gelata rinvigorisce, a me toglie il piacere del nuoto. Comunque condivido molto e mi sento sollecitato a confrontarmi con gli altri, per capire se esiste differenza nel sentire e trattare l’età.

Nei giorni scorsi, ero lontano per lavoro, ho incontrato un amico di poco più vecchio, a cena. Nel darci appuntamento per la mattina dopo, mi ha detto: “vengo a prenderti all’albergo dopo aver portato mio figlio a scuola”. Un sorriso per chiedere l’età e la risposta “8 anni”, mi ha fatto pensare alle paternità tardive, nate quasi sempre con nuove compagne, magari a suggello di un amore che non si nega nulla.

Tutto giusto, ma vale solo per chi lo desidera e ne conosce le implicazioni, solo allora non è un problema e un figlio ringiovanisce.

Ricordo un collega amministratore, che allegramente iniziava riunioni, parlando a tutti del suo figlio appena nato. A lui, che aveva 65 anni, era nato un bimbo. C’era un misto di orgoglio, di vecchiaia esorcizzata, di felicità amorosa, di vita che pretendeva prospettive. Tutto giusto, adesso quel bimbo ha 10 anni e spero giochi con il padre, lo guardi con gli occhi con cui i figli dovrebbero guardare i padri, spero che la gioia e le difficoltà siano lievi ed equamente divise in una vita utile a tutti, al figlio innanzitutto.

I sessantottini, non vogliono invecchiare. Siamo la prima generazione che rifiuta il declino, abbiamo visto più cose cambiare nelle abitudini e nella società di molte altre generazioni precedenti. Eppure non c’è stanchezza. Siamo solo patetici, a volte, e senza volere, con donne giovanissime a fianco, con l’ostentazione di una diversità presunta e intrinseca. Come se il dna si fosse modificato apposta per noi.

Tutto questo non significa non avere progetti, speranze, passioni, amori, bisogna solo capire ciò che fa star bene. Ed è una fatica, ammettere, che ciò che fa star bene, limita, che non sfasciarsi nel corpo, è fatica, che usare ciò che si è appreso, impazientisce. Continuare a lavorare per necessità, perchè lavorare è  più importante dal punto di vista personale di molte altre possibilità.

Ho paura del troppo tempo a disposizione dopo una vita così piena, mi piace ancora mettermi alla prova, crescere, capire. Però i 100 metri non li corro, se non per gioco e se faccio a braccio di ferro con mio figlio, è per allegria. Ed entrambi, rossi in viso, ridiamo, felici. Io perchè ho ancora forza, lui perchè rinnova una complicità e non gli dispiace.

Capisco da poco, che esiste una via personale agli anni, che il passo deve essere misurato sulla felicità del camminare. Per conservare la gioia dell’andare, non per altro.

4 pensieri su “anni

  1. mi sono chiesta cosa sarebbe avere un quarto figlio..ora, subito, prima che il mio corpo decida che non è più tempo ..da un lato mi piacerebbe, penso che sarei un’esperta :)))…dall’altra mi rendo conto che sarebbe fisicamente pesante..perchè non rimangono neonati..ma vogliono imparare a camminare, e poi a correre, a vestirsi da soli, ci sono le recite dell’asilo, la prima elementare..e tutto questo richiede sforzi, energia, voglia di fare..non puoi dire ad un bimbo di 4 anni stasera si mangia un toast perchè mammina è distrutta..lui vuole la bistecca panata e le patatine fritte.
    e poi l’adolescenza..avere la lucidità di capire un ragazzino o una ragazzina di 15 anni ..lo stò vivendo io, per la terza volta, e lo trovo pesante, alle volte.
    allora mi godo questi anni, faccio le cose che non ho fatto a 25-30 anni che ero impegnata con pappe, biberon, biscotti al forno, recite di natale.
    …..eppperò…un frugoletto di 2 mesi, willy..che dici?????
    un sorriso..che sarà un bel week-end questo…e tu sai perchè.

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  2. PAUSA DI CAFFE’ IN CASA AMICA
    che dico e faccio tutto da me!
    “Anni pesanti anni leggeri”.Orbene,è vero che per i sessantottini vitalità e vita e immaginazione vanno di pari passo ma…credo ci sia un tempo per tutto.Anche se tutto è relativo anche se tutto è soggettivo.Personalmente il “pesante” c’è stato e l’ho portato a termine (spero) bene,sicuramente nel meglio “che potevo” nelle condizioni di allora!.Amo i bimbi e,se fosse stato un matrimonio “altro”,invece che due,ne avrei sfornati cinque.Strada facendo,ho poi modificato anche il mio entusiasmo…Continuo ad amarli i bimbi,e loro (tutti) si trovano bene con me,si mettono a cerchio,anzi,di più, non mi lasciano nessun spazio,e la voce spesso esce persino a fatica che uno l’ho sul collo,l’altro sulla pancia o intrecciati quando capita d’arrotolarci sul prato.OGGI però voglio solo LEGGEREZZA e,il tempo per fare figli,lo lascio tutto a loro,ai miei figli che,l’età per farli l’hanno e mi pare siano anche in buona salute con lavoro che si stanno costruendo,mi pare.Il mio sarà quello di giocare sempre coi bimbi,I loro (se verranno) o con quelli di altri quando capiterà che per me non è mai stato nè un problema e neppure ha mai costituito differenza per diritto di sangue.Se me lo permetteranno (parlo dei miei figli),sarò contenta oltre alle fiabe e ai giochi,di prenderli per mano ( e parlo dei bimbi,ovvio ),tenendoli ben stretti e trasmettendo caldo e non umidità e,con tranquillità sarò felice di fare un tratto di cammino insieme e,non di corsa come un tempo ho fatto.Che il MIO TEMPO,ora è “questo” ed è GIOIA così! Mannaggia,mi sono dilungata e il caffè mi si è raffreddato.Di “corsa” l’ho prenderò al bar di fronte,sperando non vi sia traffico e neppure troppo stridio di tazzine messe in lavastavoglia…A un’ALTRO tempo per gustare il caffè come piace a me.Bianca 2007

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  3. Anni fa mi ero ripromessa di fare un terzo figlio intorno ai 40 anni. Avendo le altre due già grandette, per rivivere un’esperienza così bella in un’età più matura.
    Alla fine non l’ho fatto, sino ad ora non l’ho fatto e non credo proprio che lo farò.
    Per gli stessi motivi espressi da Cristina. Non so se avrei più la stessa energia. Ma l’entusiasmo sì. Quello non passa mai.
    Sì, Willy, buon weekend anche da me. Un abbraccio

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