l’inverno del nostro scontento

Ieri notte c’era una luna, sfacciata come diresti tu, che illuminava colli e case, senza ritegno nè regola. Chissà perchè seduto sulla pietra antica, ho cominciato a pensare a quando è iniziata la mia stranezza, il mio sentirmi diverso. Sono tornato molto indietro nel tempo, guardando curioso e comprensivo. Piccoli fatti su un piccolo uomo, comportamenti premiati ed altri conculcati, poi le piccole deviazioni che mutavano il percorso. Mi sono difeso e la mia stranezza è emersa, come riaffermazione di singolarità. Da allora ho rifiutato la mia comprensione profonda, se non come dono raro. Da dare a pochi.

Camminare è il prodotto di un equilibrio instabile ed oggi non mi pesano le occasioni perdute. E’ stata una vita ricca di passioni ed inquieta, quel tanto da alimentare perennemente la ricerca d’altro. Nell’inverno del nostro scontento c’è troppa disparità tra desideri e soddisfazioni, così spesso il percorso non si vede ed affiora l’inquietudine. Ho ripreso l’argine dei no per capire ciò che voglio e questo mi dona serenità. Mi fa bene.

Oggi, tornando in treno, ho capito più a fondo chi si confronta in me. E’ subentrato un senso di pace: mi sono sentito importante a me stesso. Ho chiuso il telefono e gli occhi, perchè non volevo che questa sensazione se ne andasse. Sono arrivato sorridendo.

Ieri sera, sentivo che la solitudine non mi pesava, che è una dimensione di me e si fa strada, pur con fatica. Quando ti ho detto ciò che sentivo, non hai capito e le parole inadeguate sono cadute a terra. Che tristezza. Solo il silenzio esposto e impudico giova a far emergere le sintonie.

Scrivo per me stanotte, come spesso accade. La musica, pur amata, era di troppo. E adesso c’è silenzio; la sensazione di misericordia rimane, come quelle vecchie parole, che ti sussurravo e non capivi: bisogna piangere le stesse lacrime per essere felici assieme.

Ma ora non sono importanti, non per me, non stanotte.

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8 pensieri su “l’inverno del nostro scontento

  1. …PIANGERE
    le stesse lacrime per essere felici insieme”.E’ un detto arabo a me tanto caro.Purchè non siano lacrime di NOIA eh,Willy?…Come il lavoro che sto facendo e che,trovo mille scuse per interrompere sempre,per vedere se riesco anche a staccarmi dalla noia che mi porta via.Eppure a sera ci debbo arrivare e,lo debbo finire, magari anche bene.Pare ch’io mi chiami anche Bianca 2007

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  2. ti ho letto piano, come se mi sentissi di troppo.
    ieri sera ero sola anch’io e ho amato quella solitudine, forse perchè non avevo lacrime da versare, forse perchè ogni tanto il silenzio intorno ci ricorda che siamo anche per noi stessi.

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  3. si scrive a qualcuno, forse quell’altro da sè che non può sentire.
    riconosco nella diversità, nel gusto pacato della solitudine e del silenzio qualcosa di me.
    tanti anni fa, parlando a qualcuno che non capiva, dissi: mi sento un pesce in un mondo di uccelli.
    ma non è così sai willy, andando avanti sulla strada ho compreso che i pesci se ne stanno rintanati sotto le pietre lisce.
    per emergere, a volte, scrivendo.

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  4. apro questa piccola finestra e ci entro in punta di piedi. senza far rumore leggo, parole cariche di vita e di passione, parole di chi ha vissuto e vive con intensità, parole di chi vuole esserci davvero in questo mondo.
    scorro le righe e penso che solo la solitudine ed il silenzio sanno colmare quei vuoti lasciati da “l’inverno del nostro scontento” (credo siano le uniche cose che ci permettono davvero di ritrovare noi stessi).
    e dopotutto, caro willy, penso anche che la primavera sempre ritorna… respiriamola forte, più forte che possiamo.

    ti sorrido mentre sei di spalle e lentamente vado via.

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  5. Grazie Care, a ciascuna, grato per la vicinanza amica.
    Sono sorpreso per la Vostra delicatezza e il garbo. Il regalo che mi fate è inatteso e bellissimo. E’ vero che spesso parlo a me stesso, all’altro da me che cerca specchio e vede lampi che lo confondono.
    La solitudine è il buen retiro prima della zuffa della vita, il posto a cui tornare e che non tradisce.
    Il tempo delle lacrime non è ora. A Voi, senza volontà, devo parte della serenità che scopro. Strane le vie della vita.

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  6. Leggo piano e cerco di farne tesoro.
    Perché ciò che hai scritto mi può servire, come può servire a tutti, nei momenti in cui ci si sente “diversi”, soli e strani.

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  7. ho faticato a trattenere le lacrime sulle parole del tuo commento sul mio blog… ho dovuto trattenermi perché sono in ufficio…
    persone se ne trovano tante
    tutto sta nel trovare quella giusta
    e quella giusta per te per noi non si trova ad ogni angolo di strada
    l’uomo giusto per me lo dovevo trovare a 38 anni
    e perderlo pure per capire cosa significava per me
    pur con tutti i suoi difetti
    perché non era l’uomo perfetto ma sicuramente il migliore
    “la miglior cosa che mi sia successa”
    sai questa frase gliel’ho detta e lui non risposto nulla…come dicevi tu
    deve non aver capito…

    grazie davvero a te 🙂

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