l’amore al tempo della destra

L’ho riletto sussurrando il suono, ma fate come credete. 

Girolamo Frescobaldi: toccata 5, secondo libro: ” non sanza fadiga si giunge alla fine” , ma per Lui ne valeva la pena, questa è solo fatica

 

Pensavo: è come vivere al tempo di guerra. Non nella guerra, al tempo di guerra. Pensavo. Ma che cos’è una guerra. Neppure io lo so bene. Pensavo. Sono nato dopo la guerra che però c’era nella mia vita di bambino. Pensavo. Ho giocato con la guerra: pareva tornasse presto e c’era paura. Pensavo. Ma che ne sanno quelli della guerra e dei padri, che raccontavano la sera in dialetto. Pensavo.

Mia nonna era dell’800, aveva vissuto due guerre, persi tanti Amori. Pensavo. Era vissuta in Svizzera sul lago e poi in Germania con l’impero, è con Lei che sono cresciuto. Pensavo. Con Lei, educata da persone nate nel lombardo-veneto, i cui padri era cittadini della Serenissima. Pensavo. Sono anch’io dell’800. Pensavo. E allora che cazzo ci faccio in quest’auto, di mattina, con i sogni, gli amori, il ’68 e quello che c’è stato dopo, pensavo. E le battaglie in piazza, il cambiamento, è tutto vivo e presente? Pensavo.

Sempre la stessa gente intorno. Pensavo. Non li capisco, hanno votato tutti per la lega e berlusca e mi chiedono di aumentargli lo stipendio, di avere prospettive. Pensavo. Questi vogliono soldi, non prospettive o regole. Pensavo. Sono già in guerra loro e non lo sanno, pensavo, sentono solo l’odore del sangue. Pensavo. 

Sono stanco di cibo e di pranzi fuori, tutto troppo. Pensavo. Anche oggi parleremo delle solite cose, di lavoro, donne, auto, fallimenti. Nulla di nuovo, solo noia. Pensavo.

Cosa mi serve per volare? Voglio volare, pensavo. Cosa mi serve per correre? Sono fermo. Siamo fermi. Pensavo. Siamo fermi e rispettosi e lo prendiamo in culo. Pensavo. Tutto questo è già successo. Ma era diverso. Pensavo. Perchè questa cosa mi dà fastidio? Pensavo.

Perchè non c’è speranza, perchè ho degli amori sconclusi, perchè il lavoro non mi interessa più. Pensavo. Ma non sto male. Pensavo. Com’è l’amore al tempo della destra? Pensavo. Uguale a prima, non cambia nulla. Pensavo. Le faccende mie non le ha mai risolte il governo. Pensavo.

Non è vero l’amore senza prospettiva, cambia. Pensavo. E’ come vivere al tempo di guerra senza guerra. Si consuma senza impegno, perchè il domani è incerto. Pensavo. Ricordi  la “Storia” della Morante e di come lei resta incinta del tedesco, senza parlare, nè godere. E’ così che accade, pensavo. 

Chiuso nella mia auto, ascolto Kleiber e lo amo, pensavo. Ma a chi la racconto l’emozione forte? Pensavo. E dove portare questa gioia che trabocca. Pensavo. Sono più solo, pensavo: non comunico entusiasmo ed il mondo perde colore. Pensavo. Stiamo tutti male e l’infelicità trabocca, esce da sotto la porta e siamo chiusi in bagno. Pensavo. Non chiama più nessuno, pensavo.

Sono dentro un fiume in cui bisogna nuotare e far fatica per restare allo stesso punto. Sarà per questo che il personale è diventato politico. Pensavo. Le mie storie: sono incasinate stamattina, proprio come ieri. Nò di più, ma fuori non pare, con uno sberleffo di insoddisfazione, penso di star bene. Pensavo. Non ho una prospettiva di uscirne e cerco di sopravvivere, pensavo. Guido la mia auto nel traffico: ascolto la radio, metto musica, penso ad altro e guido. Senza gioia nel guidare. Pensavo. Penso a far l’amore, ma questo è bello. Pensavo.

Non voglio far l’amore perchè non c’è altro di meglio. Pensavo. Ovvero, è il meglio a portata di mano. Pensavo. O forse fa parte del meglio. Pensavo. Ma la vita non è solo fottere. Pensavo. E’ anche amare, sorridere, correre senza motivo. Pensavo. Non voglio pensare all’utile, non nei sentimenti. Pensavo.

Sono quasi arrivato. Pensavo.

Dove sono arrivato? Pensavo.

5 pensieri su “l’amore al tempo della destra

  1. AL TEMPO DELLA GUERRA
    si faceva e basta e si pensava di farla CREDENDO DI VINCERLA.Per poi progettare l’AMORE DENTRO LA VITA RIPRESA.Oggi si ascolta Kleiber,chiusi in una macchina.Si “sente” che è bello,si vorrebbe saltare ma…si sta fermi chiusi nella macchina perchè si “finge” che la guerra non ci sia quando si sa benissimo che c’è e,quel che è peggio, è dentro di noi ma si continua a fingere che sia fuori ingannando solo se stessi! Bianca 2007

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  2. è il post più bello che ho letto.
    e la bambina si alzò in piedi sulla sedia e saltellando, cominciò a battere le mani felice!
    pensavo che il posto dove sei arrivato è un bel posto.
    ciao willy.

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  3. Sarà che sono così triste, di quella tristezza grigia e senza senso, senza tempo, senza fine.
    Ma leggendo quanto hai scritto mi si sono riempite gli occhi di lacrime ed è stata l’unica sensazione dolce e piacevole di questa giornata.
    un abbraccio, Willy

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  4. La musica però riesce a farci volare, lei ci fa volare lontano e ci porta in alto, in un posto bello, dove per magia si canta e si ride e si corre senza motivo. Ammiro il tuo modo di descrivere i tuoi pensieri.

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  5. ah quanto pensare, caro willy…che se anche tu avessi scritto per holden sabato saresti con noi..a sentire parlare di scrittura, a respirare aria di lettere e due punti. a capo. ho visto un bel noir, stasera..so che ami il cinema quanto me..vallo a vedere, si chiama l’ultima missione, francese fino al midollo. non sò come sarà vivere negl’anni che verranno, con la volgarità delle idee sempre sbattuta in faccia. Ma cerco di avere accanto persone eleganti, eleganti nel modo di essere e di pensare…passerà..come la notte..passerà…ci sono state cose peggiori..nel frattempo godiamoci la vita..nel migliore modo possibile.
    abbiamo vinto. si fottano tra di loro.

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