Sono sceso da Castelsardo verso Stintino, la mattina dopo Lunissanti.
La domenica delle palme c’era così tanto maestrale che buttandomi in avanti non cadevo e la sensazione era di essere portato via. Un metro e 91 per 90 chili che vola sopra i tetti. Un fuscello maneggiato dal vento: bellissimo.
La notte successiva la processione con le confraternite e i figuranti. L’immagine del violinista di Chagall e della sua inquietudine, mi accompagnava nella notte. C’è lo stesso sapere arcaico in chi suona un violino o modula la voce sulla monodia del canto rituale. Entrambi sanno che in aria suoni e pensieri si combinano: gradevoli, profondi, inquietanti. Dipende.
I sogni da ” Mandrolisai” svaniscono con il giorno: a Stintino, dunque, in cerca di spiaggia e mare severo.
E a Stintino, tra le parole leggere del mezzogiorno, sono spuntati i cercatori di ricci. Appena riparati tra cespugli e rocce, con mastelli di plastica, già pieni.
L’offerta del riccio aperto, con il pane da intingere e il vino é stato il gesto antico dell’ospitalità al forestiero. Richieste di notizie? Poche, sulla provenienza e sul dialetto. Qualche ricordo di lavoro o militare, qualche parente emigrato: Lo conosce? Abita lì da tanti anni. Non lo conoscevo, ma era come l’avessi frequentato.
Ho pranzato con i ricci, tra folate di vento, chiacchere sui carciofi “moretti” e sul cantar parlando, mescolando ricordi di solitudini isolane. Solo a volte -e per caso- la bontà dei ricci ha soverchiato il piacere dell’esserci. Solo per caso abbiamo mescolato dialetti e riso in silenzio.
E con le pause lunghe, la sera è arrivata presto.
Si promette, la sera e si crede alle promesse, di esserci, sentirsi, rivedersi. Forse è per il rito del fuoco, che rinserra persone e pensieri in cerchi magici di condivisione. Forse perchè c’è una vita parallela che a volte tocchiamo, rendendo sbiadita l’altra che pratichiamo. Forse perchè quello che manca è al suo posto che attende. Sia esso uomo, cosa, sentimento, amore. Forse…
A Stintino torno solo per i ricci e per il maestrale. Ogni anno.
Non so se puoi capire la gioia che ho provato nel leggere questo tuo post. Le dita sulla tastiera non riescono a seguire il pensiero. I ricordi. Non riesco ad esprimermi.
Pasqua a Stintino per me è un classico. Si spera in un primo sole che rubi quel po’ di pallore che si è accumulato nell’inverno. Magari il primo assaggio del mare (gelido…). I ricci, le arrostite, il caminetto acceso.
Quest’anno sarà un po’ diverso e non so se ci andrò. E’ il primo anno che passo la Pasqua da sola. E ancora non so se sia il caso. Tutto si fa pian pianino.
"Mi piace""Mi piace"
beati voi che paesaggi potete concedervi!
mi basterebbe un po’ di sole e un paio di occhiali da sole.
di spensieratezza.
(non amo i giorni di festa)
"Mi piace""Mi piace"
IN PARTENZA E IN FESTA WILLY?
Io non sarò a Stintino ma dove il cuore sentirà e mi porterà! Bacio e…auguri siempre accompagnata dall'”omino” di Chagall o dal “coniglio” di Alice! Bianca 2007
"Mi piace""Mi piace"
Ma come tu e Mel non vi siete dati appuntamento una chiaccherata una risikata con i ricci (mai mangiati in tutta la mia vita) una passeggiata a spettegolare…..ahh il primo che passa a Bolzano senza farsi sentire lo inchiodo ;))))
Ciao!
"Mi piace""Mi piace"
1 e 91…coincidenze…e non è la mia altezza 🙂
Cristina
http://www.cicciapasticcia.ilcannocchiale.it
"Mi piace""Mi piace"