dik obmen

Quando mi serve una terza mano, adopero i denti. A volte tengo due persone in linea e una valigia è sempre pronta davanti all’armadio. Dormo in aereo per recuperare le sveglie assurde. La melatonina non ha più alcun effetto, non dormo più di 5 ore per notte.

E’ tutto più veloce ed io sono nel flusso, perchè?

Credo per mancanza di spirito critico, perchè non guardo le situazioni per quello che sono e quindi, spesso, banali e inutili, perchè interpreto un ruolo, ma non lo governo. Accetto i termini che mi sono imposti dai miei interlocutori-competitori.

I vantaggi che ne ho ricavato sono notevoli: non sento l’età, il pensiero innovativo non si è spento, ho un terreno su cui combattere, spesso mi sottovaluto e quindi ho sorprese gradite, ci sono incontri interessanti.Finchè il pensiero trasversale mi assiste, metto assieme cose stimolanti e non ho paura del nuovo.

Gli svantaggi si riassumono nel fatto che penso poco ai miei interessi veri, alle passioncelle, trascuro le persone a cui voglio bene, limito le passioni, ho crisi di motivazione. Chi me lo fa fare, insomma.

E’ possibile una gestione diversa della velocità? Ci ho pensato e la mia risposta è positiva: è l’ora della mossa del cavallo, puntando su alcune cose veloci e altre lente. Priorità nuove, occasioni da attesa senza colpa, eliminazione dell’angoscia da prestazione.

Queste considerazioni stanno maturando da tempo, ma leggendo il post di stamane, di Emma, http://milanovalencia.wordpress.com/2008/03/06/il-po/ , ho pensato che la voglia zero è una occasione, oltre che un segno, una modalità dell’agire e del decidere. Rallentare per capire dove sto andando, ricombinare la lentezza e la velocità, senza connotazioni di valore, come qualità del mio vivere, da tradurre in filosofia.

Se posso imparare:

  1. il valore di quanto faccio,
  2. la sua atemporalità,
  3. il rapporto positivo tra passione e risultato,
  4. la scala di ciò che è importante.

esercito il mio potere critico e decisionale: mi governo.

Quelli che vivono nella seconda età della vita, possono fare questo percorso con quelli più giovani e cioè imparare assieme a vivere consapevoli della propria velocità e lentezza come valori. Senza per questo diminuire il pil dei sentimenti e dell’economia.

Nembo kid a rovescio. Me par ben. Provemo.

7 pensieri su “dik obmen

  1. MI HAI FATTO PENSARE A P.ELUARD
    “Per salvarmi io giunsi a credermi animale.Vagano volano si rintanano i fremiti miei di bimbo i miei occhi mai schiusi e il mio vagire Non rifiuto l’intervento vivo ancora nel pertugio dell’autunno ma trapasso nei primi freddi come una foglia oppure muoio senza solennità come nasco.In un gorgoglio sono la bolla schiusa esplosa al sole tesso ignaro la tela la pelliccia o il balzo ininterrotto che mi fanno durare ancora un attimo.Nessuno ha mai pianto ne riso non m’impanio nè soffoco non brucio nè affogo numero indefinito sono in cuore ad una pagina di cifre”.
    Il “virtuale” è ciò che dici tu.La vita vera è altra e non aspetta! Bianca 2007

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  2. Sì,Willy… ci proveremo…
    (eppure il mio desiderio è di dormire tanto… tanto da svegliarmi stanca dal dormire…)
    Notte, serena (considera che il mio sonno è chimicamente procurato, eppure…)

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  3. secondo me i blog creano insonnia.
    (non prenderei mai nessuna sostanza chimica per dormire, tuttavia lo sto iniziando a pensare)
    la curiosità ci mantiene vivi.
    quando la curiosità svanisce si inizia a morire.

    voglia zero è consapevolezza, willy.
    specie detto da una come me (so che per te conta poco sta cosa, ma sono una iperattiva, una donna energica, sempre sul pezzo).
    buon w-e.

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  4. Perchè dici che conta poco Emma, sono anch’io un iperattivo, che capisce assai del genere. Però credo che ci accumuni la qualità dell’iperattivo prestato a qualcosa. Mi chiedo spesso se la mia iperattività non sia una fuga da qualcosa, sarà per questo che la saudade non mi basta più e vorrei riordinare velocità e lentezza lasciando che convergano, non dispongano.
    Buon fine settimana a Te e a tutti quelli che non sentirò

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  5. A volte ci penso, Willyco, a come potrei essere se fossi padrona del mio tempo. Non mi fraintendere: il mio lavoro e’ un po’ come una droga, piu’ lavoro piu’ i pensieri e le intuizioni si fanno taglienti, e mi sorprendo dell’isitinto che mi permettere di risolvere situazioni inaspettate.
    Ma sento che sto perdendo un’altra me. Quella che si ferma, sente (i rumori intorno, l’aria tiepida al sole, i brividi di un soffio di vento), quella che lascia che gli occhi si posino su quello che e’ intorno, senza guardare o capire o giudicare.
    Se mi faccio la stessa tua domanda -la gestione della velocita’- la mia risposta pero’ non e’ positiva. Mi sembra che ci sia solo bianco o nero, non vedo sfumature o vie di mezzo. E siccome non posso (non voglio??) rallentare adesso, ho la sensazione di lasciare indietro una parte di me.

    Buon fine settimana; (hai visto, non sono nel gruppo di “quelli che non sentirai”!)

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  6. che bello risentirti Cicala, è un regalo. Lo so che è difficile quello che mi accingo a fare, ma credo che non lascerò indietro nulla che conta, e non mi racconterò troppe storie sul tempo che non c’è. Non è così anche nei sentimenti?

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