Ho fatto una cosa che non amo: rileggere quello che scrivo.
Appartengo alla confraternita di quelli che pensano di avere sempre tutto in testa e quindi di vivere nel momento, con passato al seguito. In questa visione la coerenza è una condizione di fondo, ma anche un terreno ricco di buche.
Rassettando il cassetto recente, ho trovato una narrazione, che ho tolto e due post venati di malinconia novembrina.
Ecchè è, sta arrivando la primavera e mi lascio trasportare dalle considerazioni sulla vacuità del vivere, ho sussulti qquelettiani, mi aggiro tra sabbia e smottamenti. Dov’è finita la passione quieta e forte, in tutto questo mondo liquido?
C’è la passione, c’è. E non se ne và: nuota allegramente nel fluire verso chissà dove e consente alla malinconia di coesistere, di tirar i piedi verso terra, di fare la mossa del cavallo.
Non è forse questo il migliore dei mondi possibili da almeno trecento anni?
nota per gli appassionati di inchiostri: l’Omas faceva un inchiostro grigio di buona qualità, altri non più. I bottegai consigliano violetti e lillà. Magari profumati. E adesso il grigio non si trova, segno che le fanciulle in fiore continuano ad esistere e che gli scrittori da penna d’angelo sono in estinzione.
… è un vero peccato! non ho mai visto il tuo grigio omas (e me ne dispiaccio molto) ma se vuoi posso regalarti il mio seppia rotring, ha sempre il suo fascino romantico e col tempo migliora anche, come il buon vino.
p.s. secondo me le fanciulle in fiore che scrivono lettere d’amore al profumo di lillà, non esistono più… non è che per caso sono gli scrittori dalla penna d’angelo ad essersi convertiti ai violetti?
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Cara Pigretta la penna d’angelo era la metafora un tempo usata da quelli che scrivevano normative, piani regolatori, regolamenti per qualificare il proprio lavoro ai limiti dell’intelligere. Ciò che si può interpretare, che lascia un segno tenue, consente. E più non dico, perchè aprirei temi altri.
Tra gli inchiostri il seppia mi piace assai e anche l’havana. Sia Parker che Waterman. Apprezzo solo il profumo di inchiostro senza aggiunte: fa parte della mia infanzia, come quello della carta. Ma tu hai toccato corde che faccio risuonare di rado, passioncelle che sono interessanti solo per me, credo.
E spesso scordo che i pensieri dovrebbero essere esplicitati per essere compresi. Chiedo venia.
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ah che bello! ti sono grata, willy, per questa spiegazione, proprio una bella metafora. ovviamente non la conoscevo.
permettimi solo di dire che le tue passioncelle, io le trovo molto interessanti. mi paice l’odore dell’inchiostro, ma amo molto anche il suono della penna sulla carta, differente da una una stilo, a una biro, a una matita. mi piace molto questo suono che è molto più evocativo di una tastiera. non è un caso che io scriva ancora a lettere a mano, che i miei appunti ed i miei pensieri siano tutti su carta, compresi gli errori, le cancellature ed i ripensamenti. mi piace che resti traccia di ciò che vivo. ho quaderni per ogni occorrenza, di ogni dimensione e rigorosamente senza righe nè quadri. anche le penne e gli inchiostri hanno le loro belle fattezze e cambiano per come cambia il mio umore…
ma forse sto andando fuori tema…
racconta ancora, willy, che io leggo.
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e che sarà mai, willy? la malinconia appartiene a noi che attraversiamo la vita senza pelle.
scorticati ed impavidi.
un vessillo viola, oggi per te.
ed un suggerimento: visto che ami gli inchiostri e gli odori leggi, se vuoi, questo bellissimo post di una donna che ammiro:
http://www.tereza.splinder.com
la dittatura dei colori
parla di come si possa gioire di tutto, nella vita.
racconta sempre, che ti leggo anche io
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esiste il lillà..certi buongiorno sono lillà..e anche certi sorrisi, sono lillà..esistono pensieri lillà..e pensieri d’amore lillà..
un bacio, lillà
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