“La Stampa” di ieri riporta una decisione delle commissioni del partito democratico sulla Resistenza e il suo valore fondante: semplicemente non si citano nei documenti.
Forse è scontato per il partito democratico, che oggi la Resistenza sia un valore condiviso, un a-prescindere degli italiani, ma forse si sbaglia.
Forse è scontato, per questi nuovi politici, non dare importanza che una parte bella dell’Italia si sia battuta per la democrazia e abbia pagato per conquistarla.
Forse il nuovo pensa che oggi sia un inutile orpello, ricordare, ovvero che non abbia significato per il presente e per il futuro.
Forse il nuovo include semplicemente che si compiacciano i centristi infastiditi, la chiesa che guardò immobile, la destra che si dice post fascista, gli italiani immemori.
Forse tutto questo non lascia indifferenti i tanti che, come me, considerano la Resistenza e la democrazia in Italia indissolubilmente legate.
Forse è utile scrivere in tanti al partito democratico che non siamo daccordo e che senza padri siamo figli di nessuno.
Forse, ora più che mai, la nostra storia è importante e bisogna difenderla per cambiare.
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=4100&ID_sezione=&sezione=#
Non è una buona giornata.